Salvatore Bagni, che del calcio italiano è un monumento, analizza i disastri passati e le prospettive future di un Benevento tenuto in vita solo dalla matematica.
Bagni, che impressione ha avuto dopo Benevento Juventus?
«Ottima, perché il Benevento è squadra che ha una sua dignità e che ha creato una bella simbiosi con il pubblico. Vedere festeggiare la gente quando la squadra è quasi retrocessa e vederli giocare in quel modo è una cosa stupenda. Il Benevento sta onorando la maglia in maniera davvero esemplare. E tra l’altro, contro i campioni d’Italia, ha giocato una partita tosta, intelligente, ha saputo metterli in difficoltà. Se non sei il Real Madrid, segnare due gol alla Juventus non è roba da poco».
Eppure De Zerbi nel post partita ha quasi voluto sottolineare altro e quel che si poteva fare in più.
«Io guardo solo alle cose positive. Ma è normale che l’allenatore, dopo aver analizzato la gara, pensa che poteva andare meglio. Lo ripeto: ho visto tantissime cose interessanti. La squadra occupa bene il campo ed il fatto di crederci sempre, nonostante la classifica ed i due svantaggi arrivati contro la Juventus, vuol dire davvero tanto. Bisogna tenersi stretto quel che c’è stato di positivo».
La sensazione comunque è che la squadra abbia cominciato a giocare un po’ troppo tardi.
«Lo si può dire senza che nessuno si offenda. In origine la squadra era inadeguata, non preparata per la serie A ed è quel che ha decretato anche il campo. Con le giuste correzioni la squadra ha dimostrato che magari avrebbe potuto giocarsela diversamente questa lotta salvezza».
Ripartire da De Zerbi è la soluzione migliore?
«Assolutamente sì. Quando gli è stata data una squadra che potesse esprimere un gioco, lui ci è riuscito. È sempre stato uno al quale piace insegnare calcio, poi c’è il discorso tecnico che da sempre fa la differenza. Ha buone potenzialità da allenatore, la gente con lui si diverte».
E poi c’è Brignola, tra le poche note positive di stagione.
«Ed anche lui mi piace molto. Oltre all’abilità ed alla velocità ha dimostrato d’avere una gran personalità, ed è una cosa questa che si porterà sempre dietro. Tutto quel che ha fatto se l’è costruito da solo. Penso che capisca che è stata una stagione particolare e se la squadra retrocederà avrà ancora tanto tempo di giocare. Va fatto un passo alla volta ma restare a Benevento significherebbe avere a disposizione una gran vetrina in B».
In carriera il discorso salvezza non l’ha praticamente mai interessato. Ma ad oggi chi vede favorito per non retrocedere?
«A Crotone ho un amico, Zenga, e mi piacerebbe vedergli finire un lavoro con positività. Ho un debole per Walter ed anche il presidente dell’Hellas è mio caro amico. Però a Benevento la squadra è mancata proprio sotto il profilo della dignità e si è capito che la realtà dei fatti in questo momento è tutt’altra. La Spal, che tra l’altro è la squadra della mia regione, sembra aver davvero capito cosa fare per salvarsi. Mette in campo sempre il 150%, lotta e crea difficoltà a tante squadra. Al momento è la più accreditata per salvarsi ma ci sono equilibri sottili ed anche altre giornate da disputare, tutto può cambiare».
Fonte: Il Mattino