Napoli/Chievo: così l’ha vista il Pagelliere azzurro

Gli uomini di Sarri, per restare aggrappati al sogno, sono chiamati a rispondere sul campo alla strepitosa vittoria di quelli là, avvenuta su un campo difficilissimo come quello del Benevento grazie alla solita fenomenale prestazione…Vabbe’ diciamo che hanno vinto e noi dobbiamo fare lo stesso.
Per l’occasione a Fuorigrotta si presenta il pubblico delle grandi occasioni, strappato alle assolate spiagge di Mondragone grazie forse al fascino della sfida ai clivensi, ma sopratutto ai prezzi da mercatino rionale imposti dalla società, e comunque ,non credo, per vedere Tonelli e Diawara, chiamati alle armi per sostituire Albiol e Jorginho squalificati.
Dall’inizio del match si capisce subito che sarà un’altra partita difficile per i nostri, da più di qualche giorno in difficoltà fisica e psicologica come Mattarella con le consultazioni.
Infatti i ragazzi fanno bene nelle intenzioni e nei movimenti, ma poi si fermano sul più bello con scelte che considerare di Pupu’ sarebbe un eufemismo.
Forse il caldo o la stanchezza non lo so, come non so spiegare il goal divorato da Callejon a un passo dalla linea, o il fatto che Mertens ha la stessa creatività e reattività di un giocatore di carling prestato al calcio.
Troppi errori, troppo lenti, troppo brutto ‘sto Napoli per essere vero, il primo tempo finisce 0-0 tra i continui attacchi di sonnolenza.
Il secondo tempo invece è di quelli per i forti di cuore ma anche di fegato.
 Se si considerano infatti le occasioni buttate al vento con Insigne e Mertens, i tiri fiacchi di Hamsik, la follia autodistruttiva di Koulibaly e Tonelli, i nuovi Stanlio e Olio, e l’epilogo finale con il ritorno al goal di Milik e la magia di Diawara, fino ad allora utile come un purgante per Sgarbi.
Ma andiamo con ordine.
Come non iniziare quindi con il rigore fallito da Mertens, a conferma del momento di buio pesto del belga, cui in questo momento della stagione non riuscirebbe nemmeno di trovare la porta dello spogliatoio, se non seguisse le probabili urla in dialetto toscano del mister.
Rigore che al sottoscritto ricordava quelli di solito concessi a ben altre squadre, ma che comunque insieme ai tiri di Insigne, che sembra fare di tutto per attirare fischi, e a una partita fetente di tutti gli altri, ci porta fino al goal del vantaggio del Chievo.
Frittatone di Koulibaly, Tonelli e pure M.Rui, azzarderei, che abbocca alla finta di Stephinskj come un pesciolino di cannuccia, consentendogli di scagliare una sassata verso la porta di Reina, e quest’ultimo, fino a quel momento impegnato solo a difendersi dal sole, capitola.
-Ma andate a ********!!!
Ho pensato sfiduciato cercando con una mano di strapparmi i capelli che non ho, sbavando furiosamente.
E invece il Napoli butta il cu…ore oltre l’ostacolo giallo; le parole di tragedia dei commentatori, impegnati in un requiem assurdo; la sfortuna che ci vede colpire una traversa con Tonelli  e i continui fischi per Insigne, considerato dal pubblico uno degli artefici di questa triste situazione.
Ecco quindi il ritorno al goal dell’armadio Ikea Milik, proprio su assist di Lorenzo, che per l’occasione zittisce il pubblico con un gesto non proprio gentile, e l’apoteosi finale, dopo che Sorrentino, portiere clivense che condivide con Mertens, Koulibaly e Tonelli la maggior parte degli improperi giornalieri, si produce in un altro miracolo sul nostro bombardiere polacco.
Calcio d’angolo battuto finalmente con intelligenza, palla spizzata da Milik e colpo di biliardo di Diawara (che avevamo perso di vista già da un po’), a trafiggere Sorrentino come uno spiedino con la sua braciola(È pur sempre domenica!!).
Sorpasso in extremis e vittoria che comunque mi sembra meritata.
2-1
Potevamo perderla…potevamo pareggiarla…ma alla fine l’abbiamo vinta nel modo più invasivo possibile, per il nostro cuore, per quello dei veronesi e anche per quello dei tifosi di qualcun’altro.
Ma lì non parlerei di cuore, ma di qualcosa subito sotto la vita…
Avanti così.
A cura di Vincenzo De Lillo
Comments (0)
Add Comment