Dalla panchina ai gol con il Chievo: la Giaccherini story

Il ds Giuntoli  prese Giaccherini con un colpo a sorpresa quando ormai sembrava vicinissimo al Torino: l’arrivo a Dimaro con il procuratore Furio Valcareggi, la firma, i primi allenamenti accompagnati da un grande entusiasmo. «A Napoli c’è stato un equivoco tattico, ma continua a seguire con grande affetto il Napoli e spera vinca lo scudetto. Ha avuto modo di parlare anche con Sarri, ma non è una novità perché il divorzio è stato consensuale e le parti si sono lasciate bene», ha detto ieri il suo agente a Radio Crc.
Giaccherini fu frenato subito da un contrattempo, un infortunio muscolare lo mise fuori gioco durante i primi giorni della preparazione. Uno stop che rallentò il suo inserimento, risultò così più laborioso l’ingresso nell’undici base anche perché intanto arrivarono Zielinski e Rog, due neoacquisti che Sarri considerava due mezzali. E così per Giaccherini tutto diventò ancora più complicato perché il tecnico toscano lo considerava un esterno destro del tridente d’attacco, il vice Callejon, ruolo nel quale non si esprimeva al meglio avendo dato sempre il meglio di è sia nella Juve che in Nazionale da mezzala di centrocampo(sia sinistra che destra). A Napoli la sua avventura è stata quasi interamente vissuta in panchina: in due campionati appena venti presenze, una sola volta da titolare, la partita del campionato scorso contro il Genoa festeggiata con un gol. Sarri anche nella penultima coppa Italia lo schierò solo una volta nell’undici base e Giack segnò la sua prima rete in assoluto in maglia azzurra contro lo Spezia. L’esordio in Champions League contro il Benfica, in campionato, quattro giorni dopo a Bergamo con l’Atalanta.

Fonte: Il Mattino

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