Sassuolo – Napoli: l’allegra analisi di Vincenzo De Lillo

Al Mapei Stadium, sul campo del Sassuolo, che finora tante soddisfazioni ha regalato ai tifosi di un po’ tutta Italia, ecco che arriviamo noi, obbligati a vincere per continuare a coltivare un sogno, anche se orfani del nostro capitano infortunato, e con un paio di giocatori ritornati acciaccati dalle loro nazionali.
Ma non bisogna piangersi addosso, bisogna portare a casa i tre punti e i ragazzi sembrano essere scesi in campo con quest’idea, se si guardano i primi minuti, con azioni offensive a go-go e un paio di goal mangiati.
-Solita storia…prima sbagliamo qualche rete poi segniamo e tutto fila per il verso giusto, penso fiducioso.
Invece le cose non vanno così perché il Sassuolo,  che le impietose statistiche ci ricordano essere il peggior attacco del campionato, dopo aver rischiato la batosta, riesce a farci goal sugli sviluppi di un calcio da fermo e passare quindi in vantaggio, dimostrando che non bastano anni di esercizi difensivi se poi in area ti muovi con la stessa atletica velocità degli zombie di The Walking Dead.
-Ma non fa niente, recuperemo…è pur sempre il Sassuolo…
Penso spavaldo sì, ma con la bocca impastata di bile.
E ancora una volta mi sbaglio, perché, anche se ci divoriamo un goal con Insigne che probabilmente avrebbe insaccato pure mia suocera, e chi conosce mia suocera sa cosa voglio dire, non siamo i soliti.
E infatti il primo tempo si chiude con una pallida reazione e poco altro.
1-0 per questi qua.
I secondi 45′ a dispetto delle aspettative, sono addirittura un tormento.
Il Sassuolo va 2/3 volte vicino al goal del raddoppio grazie a delle oscenità difensive che non si vedevano da quando il Foggia non giocava in serie A, mentre noi non riusciamo mai a tirare in porta.
Che pure non è un bel segno, se pensiamo che il Sassuolo è, con merito, pure tra le difese più battute del campionato.
Così il tempo scorre veloce, con le nostre speranze di raddrizzare una partita sciagurata che naufragano pian piano, e con le sostituzioni che diventano la cosa più interessante del match.
Esattamente come l’anno scorso.
E proprio come allora alla fine pareggiamo a pochi minuti dal termine, una partita inutile per la nostra autostima, per il nostro fegato, ma sopratutto per i nostri sogni di gloria.
Fatevi pure tutti gli scongiuri che volete, abboffatemi di male parole come ho fatto io con Insigne, ma è così.
Rabbia, delusione e sconforto sono le sensazioni più forti ora, insieme alla speranza che il casatiello e la pastiera, in cui a breve affoghero’ i miei dispiaceri, mi diano conforto.
Ma è difficile già lo so.
In tutti i modi io ci provo, provateci anche voi, magari sarà una Buona Pasqua comunque.
Chi lo sa…

 

A cura di Vincenzo De Lillo

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