Non è cambiato nulla, neanche l’abitudine di ricercare un capro espiatorio a cui dare la colpa. Al momento la colpa è tutta sua, di Lorenzo Insigne. «Non è una questione di numeri e nemmeno di uomini», taglia corto Franco Causio. «Dopo il fallimento di novembre avevamo bisogno soltanto di una cosa: rifondare. Partendo naturalmente dalla panchina. Sono trascorsi quattro mesi e non è accaduto niente».
Invece pare che tutto, o quasi, dipenda da Insigne. «Ce la vogliamo prendere con Lorenzo? Attacchiamoci pure a lui, che resta il miglior talento della nostra ultima generazione. Non deve sentirsi sotto esame ogni volta che indossa la maglia della Nazionale, è bravissimo e lo sta dimostrando nel Napoli. Con Sarri gioca a memoria perché quella è un’orchestra».
In azzurro Immobile, Belotti, Chiesa non sono gli ultimi arrivati, però. «Ma questa bella gente va assemblata e riunita sotto un unico credo. Ci sarà una ragione se i nostri attaccanti presi singolarmente valgono una fortuna e messi a giocare insieme trovano difficoltà. Con Ventura eravamo schierati con due attaccanti, a volte anche uno. Di Biagio ha provato il tridente, il prossimo tecnico magari opterà per il trequartista: ma di cosa stiamo parlando? Non è giusto paragonare Di Biagio a chi l’ha preceduto. Cosa può fare quel poverino in panchina se dopo pochi giorni di allenamento gli mettono contro l’Argentina e l’Inghilterra?».
Tutto tempo perso, allora? «Non so è tempo sprecato ma non ne comprendo l’utilità. Cosa può inculcare Di Biagio a questi ragazzi in poche settimane, sapendo di non essere in futuro l’allenatore della Nazionale?».
Anche i calciatori risentono di questa provvisorietà? «Quando si va a Coverciano, l’obiettivo deve essere quello di dare il massimo a tutti i livelli. Però nemmeno si può far finta di niente: quanti di quelli convocati in questa settimana saranno chiamati in futuro e quanti devono garantire con la sola presenza questa fase di transizione? Possiamo parlare di rifondazione se buona parte del gruppo è rimasto immutato? E soprattutto: cosa s’intende per rifondazione?».
L’esclusione dal Mondiale non è servita a niente, siamo ancora fermi. «Proprio così: possibile che in quattro mesi non sia stato scelto un ct ? L’Italia purtroppo è questa a ogni livello: non riusciamo a formare nemmeno il governo».
Chi andrebbe bene sulla panchina azzurra? «Bisogna fare una scelta forte e immediata. Io punterei tutto su Conte: conosce l’ambiente perché ci ha già lavorato due anni, è bravo e ha voglia di tornare. Se pure chiede un ingaggio elevato, è un sacrificio che va fatto».
Morale della favola: non siamo ripartiti. «No, accadrà quando avremo il nuovo ct».
Fonte: Il Mattino