ESCLUSIVA – T. Di Maio: “Il club vuole coronare il sogno di essere la seconda squadra di Napoli”
Il calcio è una disciplina dove i sogni diventano realtà e che non abbraccia solo grandi realtà ma anche club minori ma solo sulla carta. Tra questi c’è anche l’Afro Napoli United, società che ha raggiunto la promozione in Eccellenza partendo da una lunga gavetta. Ilnapolionline.com ha intervistato il preparatore dei portieri Tommaso Di Maio sulla stagione della squadra e sui progetti futuri del club.
L’Afro Napoli è approdato in Eccellenza con quattro giornate. Te lo aspettavi? “Sicuramente il nostro obiettivo era quello di fare un campionato importante, oltre che quello di vincerlo, ma non pensavamo fino a questo punto. Quattro giornate dalla fine e ben 14 punti sulla seconda, risultato raggiunto con tanto lavoro e che alla lunga ci ha premiato”.
Ci potresti parlare dello staff tecnico dell’Afro Napoli oltre che dell’organigramma societario? “L’Afro Napoli United nasce nel 2009, il presidente è Antonio Gargiulo, mentre il suo vice è Francesco Fasano e con una comunità di senegalesi. La squadra nasce per aggregare diversi componenti di varie nazionali nel contesto calcistico per creare una sorta di multi etnia. Con il passare del tempo la nostra compagine è diventata sempre più importante, parte dai campionati amatoriali, poi con il tempo si iscrisse a quelli professionistici, terza categoria, seconda categoria fino ad arrivare al campionato d’Eccellenza. Lo staff tecnico è composto dal mister Salvatore Ambrosino, dal vice Salvatore Fasano, dal preparatore atletico Vincenzo Russo e da me che sono quello dei portieri. Per quanto riguarda lo staff dirigenziale è composto dal presidente Antonio Gargiulo, dal suo socio Dario Boldoni, altri membri della società sono Felice Luongo e un altro dirigente Vincenzo Caprio da noi soprannominiamo in maniera simpatica “Tyson” per la somiglianza con il pugile”.
In questi anni si parla di una seconda squadra di Napoli, a tuo avviso l’Afro Napoli United può avere questa caratteristica? “Certo non ci nascondiamo da questo punto di vista, visto l’impatto mediatico che è molto importante non solo a livello nazionale, ma anche internazionale. Il nostro obiettivo di noi tecnici ma anche dello staff societario è quello di creare una seconda squadra e non ti nascondo che abbiamo le carte in regola. Ovviamente la strada da percorrere è molto lunga e tortuosa, ma certamente nulla ci vieta sognare”.
Per arrivare al traguardo, quali sono i vostri prossimi passi? “Sicuramente il primo è quello di creare un settore giovanile fondamentale non solo per la squadra ma anche per la società stessa”.
Parlando della squadra dell’Afro Napoli United ci sono vari calciatori importanti e tra questi Diego Armando Maradona Junior e Babù. Sul piano tecnico li conosciamo molto bene, ma come si sono inseriti all’interno della squadra? “Oltre che parlare di ottimi calciatori come tu hai ricordato nella domanda, stiamo parlando di due ragazzi seri oltre che di professionisti esemplari. Anderson Babù ha giocato nel Lecce, nel Catania e nella Salernitana, ma quello che mi ha colpito è la sua grande professionalità che ha messo al servizio dei ragazzi in ambito dilettantistico. Per quanto riguarda Maradona Junior, anche lui si è dimostrato un ragazzo disponibile, una persona umile e che si è messo a disposizione dei compagni di squadra e dei colori sociali dell’Afro Napoli United”.
Ti volevo chiedere del settore giovanile, visto che hai frequentato molte scuole calcio, cosa manca per essere al livello delle altre nazioni? “Secondo me quello che manca all’interno dei nostri vivai, visto che ho girato per diverse scuole calcio, oltre che collaborare con diverse società sono certamente le strutture. Purtroppo siamo un passo indietro sia a livello nazionale, ma soprattutto nel contesto internazionale. Purtroppo è un problema molto importante, bisognerebbe fare degli investimenti economici evidenti e per farlo bisogna creare delle sinergie tra le varie forze anche con quelle scolastiche. Un altro aspetto fondamentale è quello di mettere al servizio dei ragazzi persone qualificate e del settore. Per esempio preparatore atletici, ma anche persone nell’ambito psicologico e pedagogico, solo così si può creare un vivaio all’altezza ed essere a livello di quelli all’estero”.
Sulla lotta scudetto ci sono persone che gradiscono il gioco del Napoli, altri la praticità della Juventus. Tu da che parti ti schieri? “Io sono una persona che piace vedere il bel gioco e il Napoli da questo punto di vista lo preferisco, visto che è ammirato in tutto il mondo. Mi auguro che questo possa essere l’anno giusto per regalare alla città partenopea il sogno tricolore. E’ vero che per arrivare al traguardo finale c’è bisogno anche della praticità e la Juventus è un squadra che ha questa caratteristica. Vediamo chi avrà la meglio per la conquista dello scudetto”.
Parlando di praticità il Napoli con il Genoa ha dimostrato di avere il giusto cinismo. E’ un altro passo in avanti da parte della squadra di Sarri? “In campionato avere la concretezza è un aspetto da non sottovalutare, il Napoli con il Genoa non ha avuto vita facile, ho visto la gara e con Albiol ha portato a casa tre punti importanti. Contro l’Inter invece non ha trovato lo sbocco necessario per vincere la partita, ormai le avversarie degli azzurri cercano nuove soluzioni per bloccare la manovra d’attacco e vincere queste partite ti da la giusta spinta per il rush finale”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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