Sarri e Insigne per la rimonta
Il piano, nella sua assoluta semplicità, prevede di conquistarle tutte, per arrivare a Torino, il 22 aprile (o quando sarà, visto che c’è la possibilità di anticipare) a guardarsi negli occhi, a tentare di stravolgere le previsioni (naturali) di questo finale di stagione: il crocevia, calendario alla mano, è in quel mese in cui ci saranno una serie di sfide ad altissimo rischio (il Napoli a Milano, poi la Juve tra lo scontro diretto e la Roma e l’Inter) con l’ipotesi semifinali di Champions.
Era scritto, largamente, che si sarebbe giocato un campionato sino all’ultimo respiro, dunque fino al 20 maggio, e però prima bisognerà viverlo con energia, con allegria e con quella gratitudine verso se stessi che Sarri non smette di riconoscere ad un Napoli che è arrivato a settanta punti, che vorrebbe mettere assieme qualche altro record e poi guardare intorno a sé: dieci partite, trenta punti, siamo ai limiti dell’impossibile, però è anche l’unica soluzione per riuscire ad avvicinarsi al trono di Madame.
Poi, vada come vada, rimbomberà come un’eco la frase secca di Sarri a San Siro: «Noi cercheremo di dar fastidio sino all’ultimo secondo». E in novecento minuti effettivi, ce ne sono ancora di secondi…