Napoli si risveglia sconvolta, come dopo un uragano che spazza via ogni cosa. Ha spazzato via i sogni alimentati e giustificati da una stagione esaltante, un annata da record. Abbiamo tutti ancora davanti agli occhi le lacrime di quel bambino sugli spalti del San Paolo e quelle lacrime, che rappresentano il sogno tricolore che si scioglie, meriterebbero giustizia! Ha mortificato il lavoro ed i sacrifici di un tecnico bravo ed ambizioso oltre che un uomo serio e di un gruppo di ragazzi che si erano ritrovati nei primi giorni di luglio armati dalla voglia di scrivere una pagina indelebile di storia. Ha spento quell’ultimo barlume di credibilità di cui ancora godeva il sistema calcistico italiano. Di contro nel calcio, specchio fedele della società in cui viviamo, hanno prevalso valori diversi dal merito e del tutto estranei allo sport. Nostro malgrado, dobbiamo arrenderci e chinare la testa verso un potere occulto (…ma neanche più di tanto…) che ha la forza di spazzare via tutto ciò che non gli aggrada. Questi burattinai del pallone hanno chiesto ed ottenuto la testa di qualche giornalista che, uscendo fuori dal coro belante del gregge, ci ha spesso messo la faccia nel denunciare le storture del calcio. Hanno chiesto ed ottenuto nei fatti l’abolizione della moviola in campo, messa in cantina dopo poche settimane di utilizzo, affinché non potesse più ostacolarli. Tutto ciò è stato possibile grazie ad una nutrita schiera di burattini senza fili che ha obbedito fedelmente, ciecamente e colpevolmente. Ci manca solo che questi burattinai ci costringano con la forza ad alzarci in piedi ed applaudire l’ennesima vittoria sporca e sporcata del mostro prepotente. Non è la capacità di vincere le partite sporche che mancava al Napoli (…ed a tutte le altre squadre italiane…) bensì la capacità di vincerle in maniera sporca…il fine giustifica i mezzi ma a tutto c’è un limite! Nessuno potrà tacciarmi di vittimismo se affermo che, senza andare troppo indietro nel tempo, manca un rigore al Cagliari, manca un rigore alla Fiorentina e ne manca uno anche alla Lazio. Eppure stampa e opinionisti tendono a glissare mentre fa ancora notizia Mertens a Crotone ed al Napoli mancano almeno 6 punti in più di vantaggio che avrebbero rappresentato fedelmente la differenza di valori espressi in campo da Napoli e Juve. E adesso cosa succederà? Seppure con la morte nel cuore, dovremo farci una ragione del fatto che il sogno è finito. Personalmente non riesco a non pensare che se anche il Napoli riuscisse a mettersi nelle condizioni di vincere a Torino, succederebbe qualsiasi cosa per impedirlo. Non è solo uno scudetto che non arriverà (non arriverà a Napoli così come in nessuna altra piazza d’Italia che non sia della triade a strisce), piuttosto è il doversi arrendere ai poteri forti, quelli contro cui non si posseggono armi per combattere e non si ha la possibilità di prevalere che fa più male e che rappresenta la sconfitta più dolorosa. Magari un giorno qualcuno scoperchierà di nuovo il vaso di Pandora e cercherà di fare sommaria giustizia, come già accaduto nel 2006, mettendo alla gogna qualche inutile burattino a caso e qualche vecchio burattinaio dandolo in pasto alla gente che farà finta di stupirsi, di non sapere e di non immaginare. Al momento, l’unica cosa di cui tutti sono certi è che calciopoli non è mai finita e che non è servita di lezione al mostro che sta avvelenando il pallone ma, al contrario, lo ha riproposto con i vecchi metodi di moggiana memoria, più sfrontato, più arrogante e più deleterio di sempre. Altri burattini per altri burattinai ma la sostanza resta la solita e maleodorante. Ma se questi poteri malefici, che ci costringono ad abbassare la testa ed alzare bandiera bianca nostro malgrado, continuano ad avvelenare lo sport nazional popolare per antonomasia, restando impuniti, che senso avrà continuare a seguire il campionato?
Riccardo Muni