Non è stato facile superare per la seconda volta in due anni lo stesso infortunio, ma Milik ce l’ha fatta. Dopo quasi sei mesi è ritornato in campo, consapevole dell’importanza della sua presenza e del suo ruolo.
Finalmente Sarri avrà a disposizione un’alternativa a Mertens, che tranne in qualche occasione, è sempre sceso in campo. E in quelle rare volre in cui al suo posto l’allenatore ha schierato Callejon centravanti, questi non ha convinto. E allora è il polacco che dovrà rimboccarsi le maniche e dare una mano per lo sprint finale di campionato.
Sabato contro la Roma sono stati solo diciotto i minuti in campo, ma sono serviti a dimostrare che il peggio è passato. All’inizio di stagione Sarri aveva una chance in più con lui che avrebbe fatto da alternativa in attacco. Alternativa che ci sarebbe stata anche nel modulo. Invece del classico 4-3-3, con Milik in avanti si può puntare sul 4-2-3-1, inserendolo così come punta centrale. Anche queste sono le mosse che spiazzano l’avversario, specie se a gara in corso. Purtroppo sabato il suo ingresso non ha cambiato l’esito della gara, ma nemmeno si poteva pretenderlo.
Milik stavolta ha voluto aspettare di sentirsi sicuro al cento per cento prima di rientrare in campo. E dopo il completo recupero fisico c’è stato quello psicologico.
Contro l’Inter potrebbe essere quell’arma in più, quel cambiamento che servirà a Sarri per abbattere il muro nerazzurro.
La Gazzetta dello Sport
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