Napoli-Roma e il festival della malaciorta: trattasi di sinonimi!

Napoli-Roma, il festival della malaciorta
Ora come scenderanno in campo i nostri ragazzi, dopo aver visto quelli là vincere una partita emozionante come una fila alla posta con un tiro di un giocatore che fino ad allora non sapevano nemmeno che fosse in campo?
-Con il morale sotto i tacchi, penso, se dovessi prendere a paragone il mio stato d’animo, deluso e arrabbiato come quella volta che, a pranzo a casa, mi cadde a terra l’ultimo piatto di pasta alla genovese.
E ancora non ci dormo la notte, a distanza di anni…
E infatti il Napoli sembra nervoso e spaurito, tanto che la prima occasione è della Roma, con un colpo di testa di poco alto.
Il pericolo scampato però dà una scossa agli uomini di Sarri che, grazie ad uno splendido passaggio di M.Rui per Insigne, passano in vantaggio.
Forse abbiamo metabolizzato la classifica, penso sbagliandomi.
Nemmeno 60 secondi dopo, infatti, un errore di Jorginho in versione vecchia maniera, fa ripartire il contropiede della Roma.
E qui il fato, come se ce ne fosse ulteriore bisogno, dimostra ancora una volta che se c’è una divinità sopra tutti noi, questa probabilmente tiene inspiegabilmente per quelli là.
Da posizione quasi impossibile, quando ormai sembrava troppo defilato per rendersi pericoloso, il turco Under, che da qualche settimana segna quanto Batistuta, grazie ad una deviazione assurda di M.Rui trova un goal a pallonetto sotto gli occhi esterrefatti di Reina e di tutti i tifosi azzurri del pianeta.
Uanema da’ miseria!
I ragazzi però sembrano vivi lo stesso, tanto che vanno vicino al raddoppio in due occasioni e solo la felinita’ di Allison, a cui vanno complimenti e jastemme in egual misura, unita alla mira errata di un paio dei nostri, ce lo negano.
Niente, sembra non essere serata e lo vediamo poco dopo, quando Albiol si appisola come schiavo della ghiandola mammaria, e fa saltare Dzeko facendolo segnare.
Anche in quest’occasione Reina sembra essere esente da colpe anche se, il suo immobilismo cosmico lo rende comunque vittima dei più infimi improperi da parte mia.
Siamo sotto 1-2 con un tiro e mezzo subito nello specchio, se non è sfortuna questa allora non lo so.
Il 2-1 è una mazzata alla Tyson, gli azzurri sembrano scioccati e non riescono a fare niente di più che provare a tirare da lontano, ma ormai il primo tempo è andato e stiamo perdendo.
Vediamo il secondo come và.
Male, peggio ancora del primo, purtroppo.
Anche se il Napoli fa di tutto per raddrizzare una partita nata sotto i peggiori auspici, tenendo palla e attaccando con continuità, non c’è nulla da fare quando il fato ti è avverso, gli occhi addosso sono troppi e Mario Rui sclera.
Calci d’angolo a beveroni, un palo, un paio di parate del felino su citato, qualche tiro tanto bello quanto sfortunato di Insigne, non possono nulla contro la Roma, che in due occasioni create riesce a trovare due goal chiudendo la partita.
Poco conta che in uno di questi i giallorossi trovino anche l’aiuto del già citato portoghese col baffo che chiude il match con due assist e un goal a pallonetto, la tragedia è in atto, perdiamo 4-2.
Ce l’hanno fatta, quelli là sono finalmente primi, ne saranno felici tutti i commentatori delle pay tv, che dal goal di Dybala hanno iniziato a tirare i piedi a go go costringendoci ai più biechi ma purtroppo vani gesti di scongiuro.
Ora siamo noi i cacciatori e loro la lepre.
Tocca rialzarsi ma è difficile, una giornata così di M. è difficile da digerire al pari di una zuppiera di peperoni fritti.
Cosa su cui mi buttero’ domani, cercando di affogare lì i miei dispiaceri.
Perché domani è un altro giorno diceva qualcuno, e c’è ancora la possibilità che sia un dì azzurro.
Basta non mollare
A cura di Vincenzo De Lillo
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