ESCLUSIVA – F. Mollo: “Lo scudetto con la Beretti? Esperienza esaltante. Il nostro calcio dovrà risalire la china”
Il calcio italiano, in attesa di risalire la china con i risultati della nostra nazionale e chiarezza su Lega e Federazione, si guarda al settore giovanile per una crescita tecnica con le nuove formule. Di questo ma anche dello scudetto con la Beretti del Napoli si è chiesto all’ex tecnico azzurro Felice Mollo in un’intervista rilasciata a “ilnapolionline.com”.
Lei vinse con il Napoli Beretti lo scudetto di categoria. Che ricordi ha di quella meravigliosa stagione? “Fu un’esperienza esaltante ed importante al tempo stesso, visto che sono stato nel calcio Napoli per nove anni e sul piano umano e tecnico credo che furono stagioni esaltanti. Ebbi la possibilità di allenare un gruppo di ragazzi davvero forti e per me fu una grande soddisfazione. La società ha sempre creduto in me e devo ringraziare il direttore Santoro che mi portò nel club e non smetterò mai di dirgli grazie per i momenti belli passati. Sui calciatori le posso dire che una delle maggiori soddisfazioni fu Armando Izzo, un ragazzo che perse il padre troppo presto, come capitò a me quando ero piccolo, vedevo un po’ quello che successe a me e ora è diventato davvero forte. Stando nel settore giovanile hai la possibilità di valutare i vari avversari, insomma avere l’occhio per affrontare le varie compagini nel migliore dei modi. Da quell’annata, si passò dal gruppo dei ’92, a seguire i ’93, ’94, ’95 e ’96 e che ora giocano nel calcio professionistico. Non solo Armando Izzo, Nava che di recedente con la Juve Stabia ha sfidato il portiere Crispino campione con il Napoli nel 2010, anche De Vena che gioca nella Casertana, lo stesso Simeri, forse me ne sfugge qualcuno, ma tra serie B e serie C si stanno facendo le ossa. Ritornando alla sua domanda fu un percorso che ha avuto molte soddisfazioni e i risultati ottenuti li abbiamo ottenuti anche per la crescita del calcio Napoli”.
Tornando ad Armando Izzo, si aspettava la sua crescita fino ad arrivare alla serie A dove si sta affermando definitivamente? “Armando è la classica ciliegina che si mette sulla torta e con lui è stato fatto un ottimo lavoro e non era semplice vista la repentina perdita del padre. Io e il mio staff gli siamo stati vicini e lo abbiamo portato ad una crescita costante ed ora si vedono i frutti del nostro lavoro. Non ha giocato nei Giovanissimi, Allievi Nazionali e Regionali, ma direttamente la Primavera e lo ebbi sotto la mia ala protettrice. Si vedeva che aveva tutt’altro spessore come giocatore e alla fine visti i risultati ho avuto ragione. Ora vedere Izzo giocare in serie A e a questi livelli si può dire che la soddisfazione è davvero grande”.
Dal suo successo con la Beretti ne ha passata di acqua sotto i ponti. Come giudica l’operato di Grava all’interno del settore giovanile, da spettatore? “Devo fare una precisazione, non ho perso di vista il settore giovanile in senso generale, ho visto diverse edizioni della Viareggio Cup, per non parlare dei vari canali, dove ho visto in questi anni le squadre Allievi di Juventus e Inter, tra le migliori del nostro panorama. Quando c’era Santoro e scusa se devio la sua domanda, io entrai nel calcio Napoli nel 2004, lui con ogni giovane formava due squadre. All’epoca c’erano tra i 40 e i 50 ragazzi ed è chiaro che si formavano delle squadre in modo da non perderli e mandarli al Nord o al Sud, insomma vederli con maglie che non fossero quella del Napoli. All’epoca ci fu una selezione davvero capillare, prendemmo dei bravi giocatori sempre dalle scuole calcio. Ora si sta facendo un lavoro diverso, nonostante ciò vedo che l’operato di Grava e del suo scouting è comunque positivo, dove c’è ancora Gigi Caffarelli che era il mio direttore. Tornando a Santoro, le dico alcuni nomi di elementi che stanno giocando in B, penso a Vitale alla Salernitana, Maiello al Frosinone, per non parlare di Trotta al Crotone e i fratelli Insigne tra Napoli e Parma. Indubbiamente fu fatto un ottimo lavoro, mi auguro che Grava possa proseguire su quella strada tracciata fatta da noi e visto il rendimento di questi ragazzi posso dire di essere davvero contento”.
Lei tra i nomi che ha fatto ci sono anche quelli di Lorenzo e Roberto Insigne. Il primo si sta giocando con il Napoli lo scudetto ed è in crescita, mentre il secondo sta facendo dei passi in avanti, visto anche il rendimento con il Parma di questa stagione. “Su Lorenzo Insigne, dico che sin dal primo momento aveva fatto vedere di essere un giocatore immenso. Le racconto un episodio, Lorenzo un giorno si allenava con il mio gruppo e le dico che stava sempre un passo avanti rispetto agli altri, mai indietro. Si vedeva che aveva un’altra mentalità che poi lo ha portato ad essere il giocatore che ora vediamo con la maglia del Napoli e della Nazionale. Per quanto riguarda Roberto, ha avuto degli alti e bassi, anche lui si notava che aveva delle giocate importanti, però non ha subito dimostrato tutto il suo valore nell’immediato. Adesso però sta recuperando il tempo perduto e mi auguro che possa proseguire sulla strada tracciata dal fratello”.
Infine le vorrei chiedere sul momento del settore giovanile italiano. Le nostre compagini riescono a farsi valere in Italia, meno all’estero. A suo avviso cosa manca per essere ai livelli delle squadre straniere? “Alla sua domanda rispondo con un dato di fatto, la recente eliminazione dell’Italia dai prossimi mondiali in Russia sono dettati da una serie di fattori. Di recente vidi una partita di serie C e nelle distinte lessi che da un lato c’erano sette stranieri, dall’altra parte 4 e quindi come possono emergere i giovani calciatori italiani? Un altro aspetto è che all’interno dei settori giovanili ci vogliono degli ottimi maestri e se non ci sono rischiamo di vedere un lavoro non fatto nel modo migliore possibile. Io credo che sin dalle scuole calcio bisogna portare il nostro sport a livello professionistico per allenare a questi livelli i ragazzi e probabilmente i risultati potrebbero cambiare. In Italia ci sono club che spendono tanto, vedi l’Inter, la Juventus, la Roma, l’Atalanta, la Sampdoria, adesso anche il Genoa e tante altre. Loro investono tanto ed hanno ottimi impianti sportivi e nonostante che io non sono più nel calcio Napoli dal 2014 ho viaggiato tanti in questi 3 anni e mezzo ed ho notato che bisogna investire per poter competere con le squadre migliori. Per esser all’altezza delle squadre estere, credo che bisogna fare davvero tanto per giocarsela al meglio delle nostre possibilità, ma se non abbiamo chi sta al vertice della Federazione e non giochiamo il Mondiale dico che risalire la china non sarà affatto facile”.
Fonte: foto Brescia Today
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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