Zielinski è un capitale (ma anche umano) a cui calcisticamente, e prim’ancora lo sostenesse il campo e lo rendesse pubblico Sarri («può diventare come De Bruyne») è un’opera d’arte sulla quale due anni fa De Laurentiis ha costruito una gabbia dorata sotto forma di clausola di rescissione da sessantacinque milioni di euro, uno sfollagente per tenere distanti i predatori del mercato e pure per dimostrargli – quando ancora non s’era diffuso completamente in Italia e in Europa il nettare del suo talento – la fiducia in quell’estro da lasciar germogliare nella sua soave dimensione 3.0 e da «fenomeno».