«Il Napoli ha un’anima ma la rosa è molto corta»
Il rammarico è enorme per i pasticci combinati al San Paolo?
«Soprattutto per quel gol preso all’ultimo minuto. Sembrava che stessimo giocando l’ultimo minuto di un tempo supplementare, dovevamo essere più accorti, cosa che non abbiamo fatto. Ma qui abbiamo dimostrato di avere un’anima».
Una notte da cialtroni. E ieri?
«Da uomini veri. Ma non ho mai avuto dubbio su questo».
Siete davvero arrivati a un passo dal ribaltare il 3-1. Ci ha creduto a un certo punto?
«Sì. Ma non ne voglio fare un dramma. Ho visto il cuore della squadra, ho visto i ragazzi provare a rimediare, che hanno lottato e che volevano davvero andare avanti in Europa League. Abbiamo disputato una gara tosta, seria. Perché qui non viene nessuno a vincere 2-0. E a non prendere gol».
Ora c’è il Cagliari e il campionato.
«Prendiamo l’aspetto positivo di questa eliminazione: possiamo lavorare da qui alla fine della stagione soltanto pensando alle gare della domenica. Ma quelli ottenuti fino ad adesso sono già dei risultati straordinari, perché negli ultimi sei anni di questi tempi la serie A era già finita».
Sentite la pressione di dover vincere a ogni costo?
«No. Perché non è vero. Abbiamo un obiettivo e lo inseguiamo ma senza dimenticare che siamo il quinto monte-stipendi d’Italia e che siamo più vicini agli ingaggi di club che lottano per non retrocedere piuttosto che quelli che sono al terzo posto. Ma è chiaro che noi vogliamo vincere arrivati a questo punto…».
Sente la delusione per essere fuori dalle coppe europee anche quest’anno al primo turno a eliminazione diretta?
«Non voglio dare giustificazioni, ma sotto il profilo numerico abbiamo disputato le ultime settimane con 15 calciatori più i tre portieri. Ma noi non molliamo. Noi vogliamo arrivare fino in fondo…».
Quale, quindi, l’obiettivo?
«Noi vogliamo rendere felice il popolo di Napoli. Sarebbe la soddisfazione più grande per tutti noi. Siamo già riusciti a far innamorare nuovamente una città di una squadra, perché il connubio che c’è tra il Napoli e i suoi tifosi è qualcosa di raro e meraviglioso. Io vado in giro per i campi di calcio da 40 anni e non ho mai visto roba del genere. E ne vado fiero».
I tifosi non potranno venire a Cagliari.
«E sono solidale con loro. Con chi poteva venire e con chi non potrà venire, per quelle pene collettive che sono inconcepibili e che dimostrano delle incapacità del nostro sistema».
Cosa bisogna fare l’anno prossimo per andare avanti anche in Champions?
«Facile a dirsi: ampliare la rosa. È la cosa indispensabile per lottare su ogni fronte. Ma anche la mentalità deve cambiare: non siamo mai riusciti a ricaricarci quando giochiamo a distanza ravvicinata».
È stata, contro il Lipsia, una bella prestazione.
«Questo Napoli verrà ricordato tra vent’anni. Così come lo è stata la grande Olanda negli anni 70. Chi si ricorda chi ha vinto i Mondiali in quegli anni? Ma noi vogliamo vincere dei trofei, lavoriamo per potervi riuscire».
Zielinski e Tonelli le armi in più in questo rush finale?
«Zielinski è una certezza, ha fatto più partite di tutti fino ad adesso. Tonelli quando è in salute ha caratteristiche che altri nostri difensori non hanno: perché tecnicamente è meno dotato ma ha aggressività che lo rendono un elemento assai prezioso».
Tornare in Italia senza la qualificazione. È amareggiato?
«Sapevamo che avevamo pescato una squadra che per caratteristiche è tra le più forti della Bundesliga. Siamo stati bravi a contenere le loro ripartenze, ieri sera, cosa che non abbiamo fatto all’andata. Abbiamo l’amaro in bocca, ma resta la soddisfazione di aver dimostrato che il risultato del San Paolo era bugiardo. E che il Lipsia era alla nostra portata».
Senta, vero che stava fumando in una zona vietata?
«Macché. Ero uscito all’aperto per fumare… ma mi hanno detto che dovevo rientrare (ride, ndr)».
Fonte: Il Mattino