Analisi di Lipsia-Napoli
Dopo la scutuliata presa all’andata e con le stesse speranze di passare il turno che ho io di passare la prova costume, tutti ci aspettavamo un Napoli andato in Germania solo per approfittare delle famose birre e wurstel locali, come se fosse ad un Oktober fest fuori stagione, e invece ci sbagliavamo.
Sarri infatti mischia un po’ le carte rispetto a 7 giorni fa, e mette in campo una formazione più agguerrita, se non fosse altro per la presenza in campo dall’inizio di Insigne, Allan, Hamsik e Mertens.
Ed ecco che i risultati si vedono subito, con il Napoli che parte con la voglia di giocare seriamente, andando vicino al goal in più occasioni.
Il Lipsia, dopo un inizio un po’ così si riprende e crea pericoli sulle fasce, dove sia Maggio, in campo con l’ennesimo permesso speciale dell’Inps e M.Rui, a cui tocca marcare il gigantesco (per lui, alto come metà Vigorsol…) Poulsen, sono in evidente difficoltà.
Anche al centro però non scherziamo a figurelle, e, se non fosse per la traversa colpita con un geniale tentativo di autorete di Tonelli, potremmo andare anche sotto.
Ma ciò non accade, anzi, dopo una ripartenza delle nostre, e soprattutto dopo una serie di triangoli illuminanti che vanno ad ampliare i nuovi assiomi sulla geometria ampiamente dimostrati domenica, passiamo in vantaggio con Zielinski, lesto a ribattere in rete una respinta del portiere.
Dopo lo 0-1 il Lipsia prova a far qualcosa, ma non ci riesce, gli azzurri sono messi meglio in campo e soffrono poco. Si và al riposo in vantaggio, anche se,diciamo la verità ci vorrebbe un miracolo alla San Gennaro, per passare il turno.
Ecco quindi il secondo tempo, dove il Lipsia si accontenta di una onorevole sconfitta in casa senza mettere in discussione la qualificazione e il Napoli non sembra crederci poi tanto.
Le emozioni infatti latitano, qualche buono spunto di Allan, il solito motorino indistruttibile, e poco altro, fino all’85’, quando un cross di Callejon trova, dopo una memorabile scimita’ di un difensore tedesco, appisolatosi senza pudore, Insigne libero di segnare.
-Uggesu’, vuoi vedere che facciamo il miracolo?
Esclamo a mio figlio, al divano e al puff su cui poggio i piedi, gli unici esseri di cui riesco a tollerare la presenza quando vedo gli azzurri.
Purtroppo però il tempo è poco e il Lipsia butta troppi palloni in avanti alla viva il Reich, per poter sperare nell’incredibile.
Anche se gli azzurri sembrano crederci, stranamente, azzarderei, vista la partita dell’andata.
Non ce la facciamo per poco, ma fa niente, l’onore è salvo e in più abbiamo fatto vedere a ‘sti tedeschi che se avessimo giocato coi titolari anche all’andata, ma soprattutto se avessimo voluto, probabilmente li avremmo combinati come materiale di risulta edile, che in tedesco sembra si dica Bauschutt .
Come la SFRAVECATURA, insomma.
A cura di Vincenzo De Lillo