Vota Juve per lo scudetto e invita il Milan a rinnovare il contratto a Gattuso. Appesi i classici scarpini al chiodo con l’ultima parentesi della carriera trascorsa a New York, Pirlo è ormai uno spettatore privilegiato del nostro campionato, ma anche del nostro calcio, ancora alle prese con il post eliminazione dal Mondiale. In attesa di capire cosa farà da grande (recentemente non ha escluso di diventare allenatore ma solo dopo un periodo di stacco), l’ex-campione del mondo dirà ufficialmente addio il 21 maggio con una partita a San Siro.
Andrea Pirlo, che serata si aspetta?
«Vengo da due anni trascorsi negli Stati Uniti. Quindi vorrei che la gente venisse allo stadio con lo stesso spirito che ho trovato al di là dell’Atlantico. Per gli americani la partita è un’occasione per divertirsi e socializzare, ma anche per stare insieme con la famiglia. Per me sarà certamente così, visto che ho voluto condividere questo momento con amici, ex-compagni e la mia famiglia (Niccolò, uno dei figli, sarà probabilmente in campo, ndr)».
Perché San Siro?
«Perché è in quello stadio che ho trascorso la maggior parte della mia carriera. E vale pure per tanti miei ex-compagni. Inoltre, è una questione di logistica. Raggiungere Milano sarà più agevole per chi viene dall’estero».
Qualche anticipazione su chi ci sarà?
«Sono in tanti a voler venire. Presto, il quadro dei presenti sarà più chiaro».
Tra i sicuri, dovrebbe esserci David Villa, suo compagno a New York, non è che alla fine si aggiunge pure Buffon per fare un addio al calcio in comune?
«Se ha voglia di unirsi, non ci sono problemi. Le porte sono aperte. Ma ha davanti 3-4 mesi per prendere una decisione. Non mi sento di dargli consigli. Ha 40 anni, quindi è abbastanza grande per scegliere nel modo migliore».
Certi discorsi non si farebbero se l’Italia si fosse qualificata al Mondiale. Intanto, la panchina azzurra, al di là di Di Biagio, non ha ancora un ct designato da cui ripartire…
«Non lavorando in Federazione, non posso scegliere io. Conosco, però, i nomi che circolano, quindi sono certo che verrà individuato il profilo migliore per ricostruire il calcio italiano».
A proposito, Di Biagio ha detto che gli manca un regista…
«Sono qua, se vuole torno (risata, ndr)».
Già, ma in che modo bisogna ripartire?
«Credo sia giusto ripartire dai giovani, alla luce di quello che è accaduto qualche mese fa. L’importante è farli sì crescere un po’ alla volta, in modo che possano essere il presente, ma soprattutto il futuro del nostro calcio».
Da questo punto di vista, qual è stata l’esperienza di Pirlo?
«Ora sono un padre di famiglia, con 4 figli, ma anch’io sono stato giovane. La cosa più importante è la passione. Quando ci si pone un obiettivo, la passione è fondamentale per raggiungerlo. Vale per i giovani e non solo».
Qual è stata la svolta della sua carriera?
«Sicuramente quando sono arrivato al Milan. In rossonero ho cominciato ad essere titolare, giocando ad alti livelli e vincendo tutto quello che c’era da vincere. E’ cominciato tutto quando è arrivato Ancelotti in panchina».
Ora su quella del Milan siede Gattuso, uno che conosce bene…
«Sono contento per quello che sta facendo, l’ho sentito giusto qualche giorno fa. Posso solo dire: avanti così. Ha portato grande voglia e quel senso di appartenenza che mancavano al Milan da qualche anno. Speriamo possa riportare il Diavolo ai fasti del passato».
Merita di essere confermato?
«Inizierei a pensarci sin da subito. Sta facendo molto bene e credo che possa fare ancora meglio».
Tra poco ci sarà il derby…
«Ah sì? No so quando sia in calendario. Spero sia una bella sfida e magari andrò anche a vederla».
Dal Milan alla Juventus, vincerà ancora lo scudetto o stavolta la spunterà il Napoli?
«Credo che i bianconeri siano più attrezzati per vincere e restano su un gradino superiore. Gli azzurri, però, stanno andando alla grande e, se riusciranno a restare davanti ancora un po’, avranno buone possibilità di conquistare il titolo».
Fonte: CdS