Il Toro è pronto a piazzare le trappole anti-Juve. Walter Mazzarri, in questi giorni ha lavorato su numerose varianti tattiche, dalla difesa a quattro a quella a tre, ma su un filone ben preciso: un centrocampo folto, una squadra compatta e pronta a ripartire per catapultarsi in avanti non appena torna in possesso palla. Un Toro a fisarmonica, verrebbe da dire, ma in casa granata piace anche l’immagine della fionda, con l’elastico che si tende fino a lanciarsi all’attacco del rivale. Domani, il Toro potrebbe dunque cambiare pelle proprio per la Juve, come accadde a Marassi contro la Samp. A Genova, 15 giorni fa, bastò una mossa per trasformare i granata: dentro un mediano (Acquah), fuori un esterno (Berenguer) e il Toro visse 90 minuti non vincenti ma molto convincenti. Domenica scorsa, contro l’Udinese, c’era sì di fronte un avversario temibile, ma la priorità fra le mura amiche era la vittoria. Compito portato a termine con il ritorno ad un 4-3-3 nei numeri quasi spregiudicato, con Niang di nuovo sulla fascia e Belotti al rientro da titolare.
Fonte: GdS