Dopo aver rimediato lo schiaffo del commissariamento della Figc prima e della Lega Calcio successivamente, i club che si incarnano attorno alla figura di Claudio Lotito (e tra questi c’è il Napoli di De Laurentiis) stanno provando ad alzare la testa. Se tra due giorni saranno l’uno contro l’altro al San Paolo, Lotito e De Laurentiis ormai vanno a braccetto per quanto riguarda le scelte di politica sportiva: prima il sostegno a Cosimo Sibilia, ora l’asse per non assecondare la linea di Inter, Roma e Juventus: Napoli, Lazio, Atalanta, Genoa, Verona, Milan, Torino e Udinese (in un primo comunicato era stato inserito il Chievo) hanno chiesto ai due vicecommissari Nicoletti e Corradi di indire un’assemblea elettiva per il 14 febbraio, giorno di San Valentino, approfittando dell’assenza del commissario straordinario Malagò. Per alcuni è il tentativo di golpe da parte di chi non ha mandato giù il commissariamento. I club avrebbero infatti raggiunto l’intesa sul nome dello spagnolo Javier Tebas come amministratore delegato della Lega di serie A, una carica nuova nel panorama italiano. Si sa, lo spagnolo piace tantissimo al patron del Torino, Cairo, che vorrebbe affidargli questo incarico inedito nell’organigramma della massima serie italiana. Gli otto club, in ogni caso, non sono una maggioranza sufficiente per farlo eleggere: ci vogliono 14 voti. Ed è per questo che in corsa resta pure Luigi De Siervo, ora a Infront Italia.
Quel mercoledì si cercherà di chiudere il discorso della governance. Per la presidenza è in corsa Umberto Gandini, ora ad della Roma, che però non ha ancora garantito la sua disponibilità. Lotito invece propone Giuseppe Vegas, ex Consob, uomo di centrodestra come lui. Il nome di Vegas viene proposto da Lotito e Cairo avrebbe detto di sì in cambio dell’appoggio a Tebas e rappresenterebbe una soluzione di garanzia nella Confindustria del pallone, dopo che la società spagnola Mediapro si è aggiudicata i diritti televisivi di tutte le partite della serie A per il triennio 2018-2021. «Accordo Cairo-Lotito? La mia componente non è politica, per cui va tutto bene», ha commentato il commissario straordinario della Figc, Roberto Fabbricini. «L’importante – ha sottolineato – è che ne esca una Lega forte, coesa e che possa lavorare con la Federazione per le riforme, se ci saranno, che saranno importanti e che si poss afare con tutte le componenti ben salde». Da qui a mercoledì si capirà se ci sono le basi per procedere. Un estremo tentativo di cercare un accordo che manca addirittura dal 21 aprile 2017, giorno dell’addio di Maurizio Berretta.
I club cosiddetti riformisti – Bologna, Cagliari, Fiorentina, Inter, Juventus, Roma, Sampdoria, Sassuolo e Spal non vogliono seguire il Torino e non hanno nessuna intenzione di scendere a patti con i lotitiani. Anzi, le nove società vogliono aspettare il ritorno di Giovanni Malagò (previsto per il 25 febbraio), ora in Corea perché domani iniziano i Giochi Olimpici invernali.
De Laurentiis è con Lotito in questa battaglia: i due, d’altronde, non avevano nascosto il feeling nel corso dell’ultima assemblea elettiva all’Hilton di Fiumicino.
Fonte: Il Mattino