La questione dell’elezione del nuovo Presidente FIGC ha tenuto banco anche nella puntata odierna di “Radio Goal”, su Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco le parole di Gravina, Presidente della Lega Pro, in merito:
«Ho rifiutato la presidenza offerta da Sibilia perché sono mosso da principi diversi. Se avessi detto sì, mi sarei gratificato, ma avrei penalizzato il mondo del calcio. Io della coerenza ne ho sempre fatto un vessillo. Mi era stato proposto di fare il presidente con una certa spartizione di potere, ma non mi è sembrato corretto nei confronti degli elettori. Avrei voluto portare l’elezione fino in fondo, ma poi qualcuno ha deciso di portarsi a casa il pallone e non giocare più la partita.
Sarebbe stato corretto eleggere un commissario ante-tempo se ci fosse stata una linearità di comportamenti da parte di tutti. Sapevamo che qualcuno doveva convergere, ma Tommasi ha sempre fatto muro. A me il commissario non fa paura, mi faceva paura una conferma di una poca competenza del quadro dirigenziale calcistico italiano. Questi comportamenti hanno condotto a questa soluzione. Ad oggi, a carte viste, c’è poco da fare: ci sono stati dei protagonisti che non hanno voluto giocare questa partita correttamente. Fa sorridere che i presidenti di Serie A si siano adirati per il tempo perso, quando loro in un anno non sono riusciti ad arrivare ad una decisione decisiva.
Malagò commissario? Non glielo auguro, commetterebbe lo stesso errore che commise al tempo Tavecchio. E’ giusto che lui scelga una persona di sua fiducia, ma deve evitare conflitti di interessi o che altro. Mi auguro che la persona scelta si riveli una figura di grande spessore professionale e umano, capace anche di saper tenere il banco delle relazioni con le altre realtà del nostro calcio».