Atalanta-Napoli 0-1
Reina – Ci sono partite in cui in porta avrei visto meglio, di gran lunga, perfino Maggio, ed altre, come questa, in cui si erge a protagonista assoluto seppur con un sol gesto. Ciò sotto gli occhi entusiasti miei e innamorati di mia moglie, facendomi dimenticare i milioni di improperi lanciatigli in passato sotto gli occhi invece allora, furenti miei e esterrefatti e tristi della stessa donna.
GRAZIE.
7
Hysaj – Dopo partite in cui il Papu è riuscito a saltarlo con la stessa naturalezza con cui l’albanese sbaglia di solito i cross, eccolo che, scottato dalle precedenti occasioni, si rifà facendo suo il motto: “l’esperienza insegna”.
Certo il Papu, fregandosene dei motti e di chi l’ha inventati, lo salta comunque, ma non spesso come altre volte e senza quindi essere mai veramente pericoloso.
E di questo il merito va tutto all’albanese.
Bene.
6.5
M.Rui – Vedere Ghoulam di nuovo in gruppo gli ha fatto bene. Forse ha capito che si sta avvicinando il momento di risedersi in panchina a giocare a scopone con Sepe, Rafael e Maksimovic, e per questo tira fuori dal cilindro una prestazione coi fiocchi.
O coi baffi. I suoi. Gli unici che i difensori o gli attaccanti atalantini riescono a vedere.
Chiude tutto, corre e si propone arrivando perfino al cross tante volte. E con gran nostra sorpresa, anche pericolosamente.
Finalmente una partita da ricordare in positivo.
7
Albiol – Con un taglio nuovo di capelli che lo fa sembrare più giovane, si comporta come al solito. Chiude e spazza, spazza e chiude. In più si prende l’onere di far iniziare l’azione al posto di Jorginho, dimostrando pure dei buoni piedi.
Che, attenzione, non sono quelli dell’italobrasiliano, ma non sono nemmeno i miei…
A lui quindi vanno i miei complimenti e tutta la mia invidia per il fatto che può ancora approfittare di un barbiere.
Sigh!
6.5
Koulibaly – Il biondo Corneliusson, a cui manca solo l’elmo con le corna per essere considerato un vichingo, seguendo la tradizione di questa stirpe, mette la partita sulla grinta e sullo scontro fisico, riuscendo ad impensierirlo un po’.
Troppo poco però per mettere in difficoltà il nostro uomo baobab che, come al solito, sbarra con forza, classe e fisico, chiunque.
Vichinghi con e senza corna, nanetti veloci, giovani virgulti di belle speranze, gente dell’est tecnicamente validissima…non ce n’è per nessuno.
7
Jorginho – Pressato come il cameriere del tavolo del buffet al mio matrimonio, delega qualche fido compagno ai suoi compiti organizzativi, riuscendo però a liberarsi varie volte con buona sicurezza.
Buone giocate nello stretto e pure qualche buon intervento difensivo.
Non mi è dispiaciuto.
6.5
Allan – aha aha ah.
Avrà riso così quando gli atalantini hanno deciso di alzare il ritmo cercando di metterlo in agitazione.
Prrrr!
E li avrà spernacchiati così, invece, tutte le volte che hanno cercato di saltarlo e lui gli ha strappato il pallone dai piedi.
Il migliore in campo insieme a Kalidou e Reina anche perché ha corso il doppio di loro due messi insieme.Ma anche di un altro paio di compagni e avversari.
Da santificare, prima o poi.
7.5
Zielinski – Il solito indolente Piotr.
Con quei piedi, quella salute e quell’intelligenza potrebbe spaccare il mondo, invece và nascondendosi per buona parte della partita saltellando fuori dal suo cespuglio solo raramente.
Anche se quando lo fa è sempre preziosissimo.
Inizia al posto di Hamsik, poi si sposta al posto di Insigne e infine conclude al posto di Callejon.
Esce per crampi un attimo prima che Sarri gli chieda di mettersi al posto di un massaggiatore.
Piotr milleusi.
6
Insigne – Forse non ha digerito ancora la pasta al forno con cui ha fatto colazione per via dell’orario della partita, per questo non gioca sui suoi standard e alla fine esce nervosissimo.
Ha però il merito di fare il primo e unico tiro in porta del primo tempo e di mettere la palla per Callejon che questo spara su Berisha, anche se la cosa che più si ricorderà della sua partita sarà lo scambio di opinioni con Sarri quando è stato richiamato in panchina.
“********!” ha urlato Lorenzo.
“Stai zitto e siediti!” Gli ha risposto il mister.
P.S per Lorenzo non è censura, è che non si è capito ciò che ha detto. Conoscendolo però, se si fosse capito, comunque avrei avuto bisogno degli asterischi.
6.5
Callejon – AAAARGGGHHHH! TUMP TUMP TUMP TUMP
Il primo è l’urlo bestiale e sovrumano che ho esploso quando, sul lancio di Insigne si è mangiato il goal del vantaggio. I secondi sono il rumore dei cazzotti al divano,silenzioso incassatore, nella stessa occasione.
GRANDE! TUMP TUMP TUMP TUMP
È l’altro urlo, meno violento, che ho esploso invece quando ha messo Mertens davanti al portiere in occasione del goal del vantaggio. I TUMP sono il rumore che hanno fatte le pacche congratulanti che ho dato al già citato divano per farmi perdonare i cazzotti di poco prima.
In mezzo una partita di sacrificio senza lode né infamia che lo porta ad una meritata sufficienza e qualcosa in più
6 e un po’.
Mertens – Per tutto il primo tempo non fa che scivolare, forse per sfortuna, forse per il divario fisico con gli avversari oppure per una scelta di gomme errata, non si sa…fatto sta che sta più a terra che in piedi.
Nel secondo inizia meglio ma nulla di esagerato.
Finché non segna trasformando di colpo la sua partita da poco sufficiente a ottima.
Dopo il goal infatti, bello e fondamentale, gli atalantini non lo prendono più se non con diversi falli che hanno il merito di spezzare il ritmo e far rifiatare compagni e noi a casa.
In più a momenti indovina un goal da cineteca, di prima intenzione a pallonetto, rischiando di far venir giù stadio, il mio divano e vari Santi invocati a quel punto, da tutto il mondo nerazzurro.
Il ritorno di Frodo.
7
Importante vittoria, anche meritata, a mio modesto parere, su un campo da sempre assai difficile per noi e per tante altre squadre.
Anche se non mi piace vincere lasciando dubbi per un goal forse da annullare, resta la buona prestazione degli azzurri capaci di stringere i denti e portare a casa i tre punti senza subire poi tanto.
Siamo lì e vogliamo restarci.
Comunque, Forza Napoli.Sempre.
A cura di Vincenzo De Lillo