Il monello Insigne ci è ricaduto. Sarri: “Sapeste quante volte……..”
Andò peggio quindici mesi fa: perché quella volta, a Torino, il Napoli si ritrovò addosso (e dentro) anche il veleno per una sconfitta, in casa della Juventus. Fece più rumore, molto di più, il 29 ottobre del 2016, e un po’ contribuì ad appesantire il clima la Vecchia Signora: ma il resto lo fece una conoscenza non ancora così profonda tra i due diretti interessati. La storia è la stessa e s’è ripetuta anche a Bergamo, praticamente una riedizione di quella serata: Insigne vede alzarsi la lavagnetta del cambio, scorge il suo numero, il 24, e avvicinandosi si lascia un po’ andare. Oggi non si può, bisognerebbe saperlo, perché le telecamere si infilano nel cervello, figuratevi un po’ se non riescono a cogliere un labiale; e poi c’è l’eco di ciò che si dice. A Torino, Sarri, stupito, reagì di brutto, mise lo scugnizzo in castigo, lo convocò in ufficio e gli spiegò le regole: rispettate per sempre, almeno sino allo stadio “Brumana”, quando il “monello del gol” ha bofonchiato qualcosa, nulla di irripetibile e di oltraggioso, ma si sa, a volte non è ciò che si dice.
Sarri ha risolto, pure stavolta, la questione in diretta: «Vatti a sedere e stai zitto. Mi avete rotto i co…». Poi nello spogliatoio, dato che l’arte di sdrammatizzare è napoletana, l’ha buttata sul ridere: «Sapeste quante volte litighiamo nel corso di una settimana: ogni volta, in allenamento, che lui va giù in area, vorrebbe un rigore, e per me mai che ce ne sia uno. Siamo fatti così». Dopodiché ieri sera ciascuno lungo la sua strada. Quella di Insigne lo ha portato al Meazza, a vedere Inter-Roma. Per l’amore litigarello ci sono le appendici private: tra una boccata di sigaretta e l’altra, a Castel Volturno, ci scapperà una ripassatina. Della serie: qua nessuno è bischero…
Fonte: CdS