Atalanta-Napoli, così la commenta il “Pagelliere azzurro”

Il Pagelliere azzurro
Atalanta-Napoli 0-1
La vendetta.
Allo stadio Atleti azzurri d’Italia il Napoli apre la giornata calcistica odierna con gli occhi (secchi…) di tutta la penisola bianconera addosso, dopo che i media già stanno celebrando il sorpasso di quelli là, ma soprattutto due settimane dopo essere stato eliminato con merito dalla Coppa Italia proprio dalla simpatica(a chi?) compagine nerazzurra e dal suo condottiero Gasperini, da sempre nota bestia nera e rompicogl**** degli azzurri.
Se poi ci mettiamo pure le situazioni  calciomercatistiche che hanno animato questi giorni di pausa campionato soprattutto in casa nostra, dove, dopo 123532 trattative siamo ancora fermi in attesa di rinforzi; il fatto che dobbiamo rinunciare ad Hamsik perché influenzato; l’annosa questione dell’orario anomalo che ti costringe a giocare con il ragù sullo stomaco e che i telecronisti Sky designati sono Caressa e Bergomi, noti menagrami…ecco che si ha un’idea più o meno veritiera di come siamo arrivati e ci apprestiamo a scendere in campo qui a Bergamo.
Insomma avremmo preferito di gran lunga un’approfondita visita proctologica, piuttosto che giocare questa partita.Probabilmente.
E infatti i ragazzi iniziano titubanti, timidi e impauriti giocando per tutto il primo tempo a natiche conserte(chiappe strette) e lasciando buona parte dell’iniziativa ai bergamaschi, che non è che facciano chissà che, ma considerando che siamo la capolista, siamo noi che dovremmo fare qualcosa in più.
Primo tempo narcotizzante: 0-0 nonostante le continue seccie di Bergomi & Co su ogni azione, punizione, calcio d’angolo e finanche fallo laterale dell’Atalanta, che tutto il popolo azzurro ha stigmatizzato e combattuto con furiosi e convinti gesti apotropaici.
Smaltito l’effetto ragù il secondo tempo è di tutt’altra pasta. Lasagna azzarderei.
Il Napoli, aprofittando del fisiologico calo fisico (meno male, vorrei aggiungere…) degli atalantini, prende campo facendosi sempre più avanti fino al goal vittoria. Diverse azioni, poi la più pericolosa: un goal divorato da Callejon, il quale insieme al buon Masiello, che salva subito dopo su Mertens, si merita e incassa, con onore, svariate milioni di bestialità, provenienti dagli spalti, da casa e da ovunque ci sia un napoletano tifoso.
Poi il goal.
Stavolta José Maria si fa perdonare l’errore di poco prima lanciando Mertens davanti a Berisha, superato quasi in pallonetto dal folletto nostrano che ritorna al goal dopo svariate lunghe giornate.Bentornato!
Fuorigioco o no?Che facciamo esultiamo?Perché c’è un po’ di casotto vicino alla bandierina?
Ci chiediamo preoccupati e timorosi attendendo il responso dell’arbitro.
Finché Caressa ci viene in soccorso:
È goal, non c’è dubbio! La ressa vicino alla bandierina è nata perché hanno urlato forse qualcosa di razzista a Koulibaly e poi forse hanno colpito Allan con un oggetto dagli spalti.”
Tutt’apposto, siamo a Bergamo, sono habitué in un caso e nell’altro.
È goal comunque, l’arbitro ha convalidato e pure se fosse fuorigioco di sei metri, lo dico senza problemi, con ste personcine così a modino sugli spalti, è grasso che cola.
Dopo il vantaggio, la partita sembra ravvivarsi con una parata miracolo di Reina e qualche altra azione degli azzurri per legittimare il risultato, compreso il raddoppio sparato sciaguratamente dal subentrato Hamsik in curva Fiesole( verso Firenze, quindi…) e un goal annullato sempre al capitano per cui stavolta ho fatto l’errore di esultare prima, lesionandomi le corde vocali inutilmente.
Senza contare il goal da cineteca sfiorato dal Ciruzzo belga, cui, in caso di rete, avremmo dovuto intitolare il monumento funebre di Caressa, che a momenti ci rimane secco dallo stupore.
Conclude poi il match la sostituzione di Insigne che non risparmia nemmeno al mister i suoi sempre gentili ed educati comportamenti.
Comportamenti che poi a Sky hanno analizzato in tutte le salse da diverse inquadrature, interpellando fior di esperti, compresi un paio di criminologi calcistici, arrivando alla conclusione conclamata che Lorenzo non ama uscire dal campo mai, nemmeno per fare la doccia.
Qualche sofferenza, qualche spergiuro ma alla fine però usciamo vittoriosi con merito, e ancora capolisti, alla faccia di bergamaschi, bianconeri, telecronisti tirapiedi e buona parte dei giornali e giornalisti del nord cui va il mio affettuoso saluto:
SALUTAME A  M…ERTENS!
A cura di Vincenzo De Lillo
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