Gasperini al Cds: “Io al Napoli? Non era destino. Io e Sarri siamo degli artigiani del calcio. De Laurentiis? Un vincente”

Gasperini in esclusiva ai microfoni del C dS

Gasperini, vista la recente eliminazione dalla Coppa Italia contro di voi e i risultati degli ultimi anni, il Napoli teme molto la trasferta di domani. Una bella soddisfazione per la “provinciale” Atalanta impaurire la capolista. 

«Non parlerei di paura perché nel calcio la paura non esiste, ma siccome contro di noi il Napoli recentemente ha faticato, metterà in campo un’attenzione e una concentrazione maggiori rispetto al solito. Giocheranno su un campo difficile, questo è indubbio, ma neppure per l’Atalanta sarà facile perché sfideremo la prima in classifica, una formazione che ha fatto un girone d’andata straordinario e che è la più forte del campionato insieme alla Juve. Di certo le difficoltà saranno maggiori per noi che per loro: sulla carta la differenza di valori esiste».
Lei ha battuto il Napoli 5 volte di fila dal 2007 al 2009 e nelle ultime 4 occasioni ha inflitto 3 ko a Sarri. Si sente la… bestia nera degli azzurri e del loro tecnico? 
«Un po’ sì, ma spiegare il perché è difficile. Delle partite contro il Napoli ho buoni ricordi, anche di quelle nell’anno in Serie B quando ero al Genoa. Spero che dai tifosi napoletani non mi arrivino troppi anatemi anche perché io non ho alcun risentimento nei confronti della loro squadra. Tutt’altro…».

Le piace se le dicono che lei e Sarri siete i migliori tecnici-artigiani del campionato? 
«E’ un bel complimento. Nutro una grande stima per gli artigiani che da un pezzo di legno o marmo tirano fuori belle opere. Maurizio e io cerchiamo attraverso il lavoro di valorizzare… materie prime spesso tutte da plasmare».

Quali altre similitudini vede tra di voi? 
«Entrambi veniamo dalla gavetta e, anche se la sua è stata più lunga della mia, quello che abbiamo è frutto del lavoro e dei sacrifici fatti. Non siamo passati da scorciatoie né abbiamo ricevuto regali. Ad entrambi piace veder crescere i propri calciatori grazie al sudore e alla fatica». 

In cosa invece siete diversi? 
«Nel modulo sicuramente: lui gioca sempre a 4 dietro, mentre per me la linea a 3 è una costante. Sarri è fedele al tridente, mentre io, dopo averlo usato per anni, adesso sono passato al trequartista più due punte o alle due mezzepunte dietro il centravanti. Il Napoli ha un suo schema tattico che non cambia mai, mentre l’Atalanta è più camaleontica». 

Se guarda Sarri che si è affermato in una grande come il Napoli, lei si rammarica perché finora non ci è riuscito? 
«No, perché io una grande non ho mai avuto la possibilità di allenarla. Nella mia carriera sono stato 3 giornate sulla panchina dell’Inter che in quel momento era una grande… decaduta, poi finita ancora più in basso. Allora aveva solo milioni di tifosi e un’enorme rilevanza mediatica, il resto no. Il mio lavoro non l’ho neppure iniziato perché non me ne hanno dato il tempo, ma il passato… è passato. Mi consolo con il fatto che sono arrivato davanti ai nerazzurri sia con il Genoa sia con l’Atalanta».

Crede di aver trovato a Bergamo la sua “isola felice”? 
«Io l’avevo trovata anche a Crotone e a Genova perché pure lì ho fatto belle cose lasciando ottimi ricordi».

E’ possibile aprire all’Atalanta un ciclo di 8 anni come quello che ha vissuto al Genoa?
«Difficile dirlo. Il legame creato in questo anno e mezzo qui è intenso e indissolubile, ma nel calcio può succedere di tutto». 

Se a giugno le chiedessero di allenare la Nazionale, cosa risponderebbe? 
«Ci deve essere qualcosa di concreto o almeno un primo “approccio” per prendere una decisione. Impossibile ragionare in base a semplici ipotesi».

E’ mai stato vicino ad andare a Napoli?
«Penso di sì. Nel 2011 prima di firmare per l’Inter ho incontrato nei suoi uffici a Roma De Laurentiis. Quella con lui e Chiavelli è stata una chiacchierata piacevole: ho avuto l’opportunità di conoscere due ottime persone che ho rivisto nelle stagioni successive da avversari. De Laurentiis è un vincente: ha preso il Napoli in C e lo ha portato a lottare per lo scudetto. Per lui parlano i risultati».

Se fosse andato al Napoli magari adesso al posto di Sarri, primo in classifica, avrebbe potuto esserci lei. 
«In quel momento il Napoli era un’opportunità perché Mazzarri poteva andarsene e invece non successe niente. Si vede che non era destino…».
Che gara si aspetta domani? 

«Tosta. Dovremo essere molto bravi a cancellare dalla nostra mente gli ultimi risultati positivi contro il Napoli, non pensare che sia scontato ottenerne un altro. Le sfide con gli uomini di Sarri sono difficili e dobbiamo fare una grande prova. Sotto questo aspetto sono abbastanza tranquillo e convinto che ci riusciremo perché conosciamo le difficoltà del match e non saremo presuntuosi. Per noi è fondamentale dare un segnale di maturità e migliorare ulteriormente la classifica se vogliamo lottare per il sesto posto». 

Chi toglierebbe al Napoli? 
«Nessuno. Spero di incontrarlo al completo. Ne trarrà beneficio lo spettacolo». 

Chi dovrà controllare con più attenzione? 
«Facile dire Insigne, Mertens o Hamsik, ma poi all’andata il match lo ha cambiato Zielinski… Il Napoli è forte nel complesso».

Gli azzurri giocano il miglior calcio d’Italia? 
«Per certi aspetti sì. Sono piacevoli da vedere e ci sono stati nella stagione momenti in cui segnavano molti gol. Qualcosa forse è cambiato dopo il doppio ko contro il Manchester City e l’eliminazione dalla Champions, ma in tv una gara del Napoli la guardo sempre volentieri. Altri incontri… un po’ meno». 

Sarri vincerà lo scudetto? 
«Sarà un testa a testa fino alla fine con la Juve che ha una squadra… di macchine, di gente che non molla mai. Se non dovessero conquistare il tricolore neppure quest’anno, per gli azzurri sarebbe un bel colpo. Pensavo che potessero arrivare primi anche due stagioni fa, quando c’era Higuain, ma forse non ci credevano come adesso». 
Cosa ha la Juventus più del Napoli? E cosa ha il Napoli più della Juve? 
«Sono due grandi squadre diverse tra loro. Il Napoli ha velocità, tecnica ed esprime un tipo di calcio molto bello. La Juve ha forza, concretezza e una mentalità vincente fuori dal comune».

 Se le diciamo “finale di Coppa Italia” cosa risponde?
«Che eliminando il Napoli abbiamo fatto un’impresa, ma che contro la Juventus sarà ancora più dura perché la qualificazione alla finale ce la giocheremo nell’arco di 180’: in una partita secca sarebbe stato più facile. Ci aspetta un doppio appuntamento straordinario che all’Atalanta mancava da anni».

Tra i nuovi acquisti chi l’ha impressionata di più? 
«Un po’ tutti, ma non nascondo che De Roon nelle ultime settimane ha avuto un rendimento super. Peccato che contro il Napoli non ci sia: l’espulsione di Roma, oltre che immotivata, è anche pesante per noi. Bene anche Ilicic e Palomino, ma pure Cornelius sta crescendo». 

Fonte: CdS

 

 

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