Il Mattino – U. Marino (D.g. Atalanta): “La sfida con il Napoli? Sarà difficile annoiarsi”
Domenica il Napoli. Poi la semifinale di Coppa Italia con la Juventus e dopo la sfida al Borussia Dortmund in Europa League. «E così, a ricordarle tutte insieme, mi viene mal di stomaco…». Umberto Marino è direttore generale dell’Atalanta è stato intervistato da “il Mattino”. Il modello bergamasco è come per la formula della Coca Cola. Tutti sono a cercare l’ingrediente segreto di quella parola magica, settore giovanile. Tutti dietro il made in Atalanta: non c’è una sola squadra tra le big che non ha pescato almeno una volta dal suo vivaio.
Marino, quella dell’Atalanta è una fabbrica di talenti che fa invidia a tanti. «C’è un disegno preciso della famiglia Percassi che è quello di puntare sui giovani e sulla qualità del lavoro nel settore giovanile. Un modello che ha alla base gli investimenti nella strutture che sono tanti e continui».
Il progetto prevede anche il loro esordio in serie A con la maglia nerazzurra? «È un motivo di orgoglio vedere uno dei nostri ragazzi, uno che arriva da noi bambino e cresce ogni giorno nelle nostre strutture, sui nostri campi, fare il debutto in serie A con la nostra maglia. Peraltro qui è tutto più semplice: la cultura dei nostri tifosi è applaudire i giovani, anche quando sbagliano. Magari altrove non è così…».
Baratterebbe qualche posto in più in classifica per qualche titolo in meno dei suoi giovani? «Ho sottomano il prospetto del settore giovani. La Primavera, la Beretti e l’Under 17 sono prime, l’Under 16 è terza e l’Under 15 seconda. I nostri scudetti più importanti sono questi».
Solo? «Beh, chiaramente vogliamo sempre restare a sinistra della classifica e consolidarci in serie A. Proprio come sta avvenendo adesso».
Scatta mai la voglia di non venderlo il più bravo? «A Bergamo l’occhio va sempre al bilancio e alla gestione sana della società. L’Atalanta non potrà mai essere competitiva con società che hanno tre, quattro o cinque volte il nostro fatturato».
Con i proventi delle cessioni, avete anche comprato lo stadio? «Antonio Percassi ha fatto un regalo importante alla città. È uno sforzo umano ed economico grossissimo per realizzarlo. In più bisogna procedere per step per non creare disagi alla squadra e ai tifosi. Già ci pesa andare a Reggio Emilia per le gare di Europa League».
Investimenti anche a Zingonia, il vostro centro sportivo? «Soprattutto lì. Perché è la chiave di tutto. Realizzeremo una palazzina con uffici dedicati solo per lo staff delle giovanile, con sale mediche. E infrastrutture propedeutiche a quello che è il nostro fine: i giovani. Inoltre, stiamo allestendo altri due campi di calcio».
Perché siete quasi degli extraterrestri in Italia, quando all’estero il vostro modello è normalità?
«È la storia di questa società dove i giovani sono stati sempre il fiore all’occhiello. L’orientamento del nostro calcio va solo in questa direzione. Risorse umane non sono soltanto i calciatori ma anche i dirigenti, i medici, i tecnici».
A partire dal Napoli, è un mese pieno di impegni importanti. «Gli stimoli non mancheranno. Nelle due coppe vogliamo andare il più avanti possibile. L’appetito viene mangiando».
Distratti dalle coppe, il Napoli può sperare? «Assolutamente no. La sfida al Napoli è piena di emozioni. Arriva una grande squadra, con valori meravigliosamente importanti, che gioca un calcio stupendo. Sarà una partita in cui nessuno si annoierà, tra due tecnici che hanno come filosofia di base la vittoria».
Lei che spiegazione si dà al fatto che Gasperini mette sempre in difficoltà Sarri? «Non lo so. Ma se lo sapessi lo terrei per me».