Bianchi a il Mattino: “La Juve è logora e laChampions toglie le forze. Il Napoli è favorito per lo scudetto”

Uno pensa: ecco, Ottavio Bianchi è l’uomo giusto per gettare l’acqua sul fuoco, per spegnere gli entusiasmi e per invitare alla prudenza. E invece no. Pure il gelido tecnico del primo scudetto ci crede: anche lui è convinto che tutto remi a favore del Napoli e di Sarri. «Perché è solo questione di dettagli, di centimetri, di particolari. Il Napoli è lì a un soffio dal grande traguardo: perché se un anno arrivi secondo, un altro terzo, un altro ancora secondo… e allora è solo questione di avere pazienza».
Ma davvero anche lei crede che il Napoli sia favorito per lo scudetto?
«Ha un solo obiettivo, deve pensare soltanto al campionato e questo aiuterà Sarri a far dare il massimo alla sua squadra. Ma l’eliminazione dalla Champions e anche quella dalla Coppa Italia sono due assist seri per le proprie ambizioni».
Anche lei uscì dalla Coppa Uefa. Fu un vantaggio?
«Non giocare in Europa non è una questione di poco conto. E anche noi abbiamo tratto beneficio da quell’eliminazione che all’iniziò fu una specie di tragedia. Il Napoli ha l’Europa League ma non è la stessa cosa… però nessuno deve dimenticarsi che quell’anno vincemmo la Coppa Italia facendo giocare praticamente quasi sempre le riserve. E ne vincemmo tredici su tredici mettendo in campo chi non giocava quasi mai la domenica».
Le riserve nel Napoli sono pochine, invece?
«Sono anni che non vedo giocatori che dalla panchina entrano e fanno la differenza. Penso al destino dei vari Gabbiadini, Pavoletti, Maksimovic. E poi avendo davanti a sé soltanto la lotta per lo scudetto credo che quelli che ci sono bastano e avanzano per tenere testa alla Juventus».
Ma lei, Bianchi, non era un tipo prudente?
«Lo sono sempre stato, ma questo Napoli deve capire che ha tra le mani un’occasione che deve sfruttare. È davanti a tutti, ha una piazza matura, equilibrata, ha un progetto preciso di calcio. Dall’esterno ho l’impressione di un gruppo compatto, coi piedi per terra, legato alle idee dell’allenatore, che non si svilisce facilmente. Ai miei tempi, uscire dalla Coppa Italia con l’Atalanta, perdendo in casa, avrebbe prodotto delle reazioni esagerate».
Allegri si sarà stufato di tutto queste critiche sulla bellezza?
«Diciamo la verità: da noi De Coubertin non farebbe proprio una bella figura. Si gioca per vincere, conta solo quello. Funziona ancora come si diceva ai miei tempi marca bella che fa figura. Le squadre vincenti in certi momenti sono belle e in altre sono pratiche. Ma anche il Napoli quest’anno vince gettando in campo la concretezza».
Dove è avvantaggiato il Napoli e dove la Juve in questo testa a testa?
«Io vedo la Juve in calo. Anche questo infortunio di Dybala può andare nella direzione giusta. Uno dice: la tattica. Certo, ma quando hai un campione come l’argentino, tutto il resto diventa una chiacchiera. Ma penso che tra i bianconeri ci sia anche un logorio anagrafico. Gioca a vincere ogni competizione, e queste partite in Champions toglieranno energie».
Cosa ha in comune questo Napoli con il suo dello scudetto del 1987?
«Epoche differenti. Il mio aveva tantissimi napoletani, in questo si fa fatica a trovare un italiano. Completamente diverso. E i paragoni sono impossibili».
Alla ripresa c’è l’Atalanta nella sua Bergamo.
«Ecco, questo è un bel guaio. Io al Napoli avevo il problema delle gare dopo la sosta. Lo ricordate? Avevo sempre delle grosse difficoltà perché ero lì a dover rimetter in sesto giocatori che venivano dalle vacanze dall’altra parte del mondo».
Sarri ha il suo stesso incubo: infatti ha chiesto alla sua squadra di rientrare prima.
«E ha fatto bene a farlo, anche io mi sarei messo di traverso. Però aver accettato questa decisione, è la prova che si tratta di un gruppo compatto, unito, pieno di entusiasmo».
Sarà una trasferta a Bergamo senza tifosi del Napoli per paura di incidenti.
«Ecco, la solita situazione insopportabile. Gli stadi sono lo specchio del nostro Paese. Si va a vedere una partita solo per insultare gli avversari. È sempre stato così e nulla è stato fatto per cancellare questa situazione».
C’è anche tanto razzismo ancora?
«Io ho allenato a Roma e a Napoli: a seconda dei casi, mi davano del meridionale al nord, del leghista al centro e del settentrionale al sud. Ho preso insulti ovunque. È un male comune al nostro Paese».
Perché il calcio italiano si è ridotto nelle condizioni di non prendere parte al Mondiale?
«Nel 2010 ci ha eliminato la Slovacchia. E cosa abbiamo fatto? Nulla. Nel 2014 non siamo stati capaci di battere Costarica. E cosa abbiamo fatto? Nulla. Non c’è spirito di squadra, non c’è voglia di pianificare, di rischiare».

Fonte: Il Mattino

BianchiJuveNapoliScudetto
Comments (0)
Add Comment