La tappa a Pitti moda chiude un tour toscano dedicato al vino. La nuova passione di Mattia Perin. Il portiere del Genoa ha già collezionato 600 bottiglie speciali e tra un mese inizierà un corso per diventare sommelier. Prima di infilarsi nello stand di «Gaelle», di cui è testimonial, ha fatto anche un blitz nella cantina degli Antinori. Livelli da scudetto. Dal vino alla moda. «È un mondo creativo e io sono creativo. A volte direi estroso. L’importante è trovare il giusto equilibrio tra normalità e creatività. Più cresco più divento normale. In più tra poco sarò papà, c’è una bimba in arrivo. Che emozione».
La prossima estate sarà uno degli uomini mercato più corteggiati: c’è il Napoli in prima fila?
«Gioco da dieci anni nel Genoa e sono felice di indossare questa maglia. Non è il momento di parlare di mercato».
I portieri italiani sono tornati di moda.
«Finalmente. Siamo una delle scuole migliori del mondo. Ci siamo ripresi un ruolo che ci compete».
Buffon a giugno potrebbe smettere di giocare.
«E perché? È ancora il più forte. Se vuole, può restare tra i pali ancora per qualche anno. Deve essere lui a decidere il suo futuro».
Che cosa le piace del campione della Juve?
«L’umiltà. La qualità che accompagna i giocatori speciali. Buffon è speciale. È stato un punto di riferimento prezioso per la nostra generazione».
L’Italia del dopo Ventura è pronta ad aprire un nuovo ciclo: la sfida tra i pali sarà tra lei e Donnarumma?
«La competizione fa crescere. E non mi spaventa. Io non mi aspetto niente. La maglia azzurra è il sogno di tutti e io me la dovrò conquistare. Come ho detto ci sono tanti portieri italiani bravi».
Qualche nome?
«Donnarumma, ma stanno andando alla grande anche Sportiello e Cragno, e mi piace Audero, che gioca in Serie B nel Venezia».
Il Genoa viene da una striscia di risultati positivi.
«È arrivato Ballardini e ha portato le sue idee. A esempio, ha dato più solidità alla fase difensiva. Posso dire che lo spogliatoio ha seguito con grande intelligenza questo nuovo percorso. Abbiamo capito che non era possibile coltivare ambizioni di medio-alta classifica, che dovevamo lottare con il coltello tra i denti per conquistare la salvezza».
Missione compiuta.
«Diciamo che siamo usciti dalla zona che scotta mettendo sulla bilancia la grinta che serviva. Guardate le statistiche: siamo tra i migliori nel recupero delle seconde palle».
Alla ripresa del campionato avrete davanti un ostacolo quasi impossibile: andrete a far visita alla Juve.
«Che lotta per lo scudetto e che sogna di vincere la Champions League. Difficile incrociare di peggio. Ma noi andremo a Torino per fare la nostra partita, cercando di continuare a non subire gol».
Non ci sarà Dybala.
«La Juventus ha comunque un attacco atomico: Higuain, Mandzukic, Douglas Costa, il mio amico Bernardeschi. Il pericolo può arrivare da ogni angolo del campo. Comunque è divertente giocare queste sfide».
Il Genoa ha offerto un’altra occasione a Giuseppe Rossi.
«Pepito è un fenomeno di livello mondiale. Se non avesse avuto problemi fisici, oggi giocherebbe nel Real Madrid o nel Barcellona. Per fortuna ce lo abbiamo noi. Rossi può diventare la punta di diamante del Genoa, il miglior acquisto possibile. Dentro ha una forza straordinaria».
La stessa che ha dimostrato lei nel combattere la serie di infortuni che ha avuto.
«Non è stato un passaggio semplice. In certi momenti convivi con grandi dubbi. La forza mentale mi ha aiutato a non farmi schiacciare da tanti “ma”, “se”, “chissà”. Ora che sono uscito dal tunnel mi sento più forte».
Dove deve migliorare ancora per diventare un portiere di valore assoluto?
«In ogni aspetto del mio ruolo, ma lavoro proprio per questo».
Poi a giugno Perin volterà pagina. Genova e il Genoa gli resteranno nel cuore. Ma proverà ad andare a vincere uno scudetto. Magari a Napoli.
Fonte: Gazzetta