CdS – I tifosi del Napoli lanciano la volata scudetto agli azzurri
L’Europa chiama e risponde a volte sì, a volte ni, a volte no: perché, è evidente, il fascino è in certe notti. Il 7 marzo del 2017, ovviamente, e si capisce, con quel firmamento di stelle che cala sul san Paolo: da Cristiano Ronaldo a Sergio Ramos, da Bale a Kroos, da Benzema a Modric, da un 3-1 al «Santiago Bernabeu» che ad un certo punto sembra si possa anche ribaltare (1-0, gol di Mertens) prima che un palo e la Real genialità sistemino la vicenda. Ma furono in 56.695, il record d’incasso (4 milioni e mezzo di euro), più di quanti ce ne fossero stati per la sfida con il Chelsea (febbraio del 2012, furono in 52.495) meno di quanti ne arrivarono a Fuorigrotta per 60.074, il primato per presenza dell’era moderna, inevitabilmente legato alla prima grande sfida del Terzo Millennio.
DUBBI. Poi c’è stato anche altro, perché non c’è verso di innamorarsi alla Europa League, persino quando può lanciare (teoricamente) verso la finale: l’andata con il Dnipro, nel maggio del 2015, un traguardo a modo suo «pesante» e un orizzonte di assoluto riguardo, accese ma soltanto fino ad un certo punto e alla fine al san Paolo c’erano 41.095 spettatori. E’ così che va e forse è anche una questione di tasca, perché la Champions s’intreccia (inevitabilmente) con il campionato, finisce per rappresentare la somma che, nel bilancio familiare, spinge a scatenare la differenza: e allora, dovendo scegliere, è più campionato che altro (anche perché poi ci sono sempre e comunque le tv che garantiscono lo spettacolo).
MINIMO. L’Europa League sa di «fastidio», quasi si percepisce: nella sua prima stagione napoletana, quella che Sarri ha vissuto (anche) attraversando la vecchia, cara coppa Uefa in chiave-moderna, il Napoli ha totalizzato 13.043 presenti con il Bruges, 18.475 con il Midtjylland e 7.922 con il Legia Varsavia, in una sfida inutile, a qualificazione ottenuta; e ai sedicesimi, contro il Villarreal – cascato tra il Milan e la Fiorentina, furono 23.928, E’ una questione di appeal, però, perché quando ci sono le grandi l’attenzione va crescendo ed il San Paolo, pur senza riempirsi, dà un senso della sua presenza, ha un suo colpo d’occhio ed anche un’atmosfera che riempie: ma che sia Champions, per un urlo in quelle notti.
La Redazione