Fabio Baldas, ex arbitro internazionale e designatore, è rimasto sorpreso dalle sviste dell’ultima settimana. «Da arbitri di un certo livello non mi sarei aspettato certi errori».
Eppure siamo nell’era Var.
«Non c’entra niente. Alcune azioni sono chiaramente visibili e giudicabili a occhio nudo».
Da dove cominciamo?
«Da Cagliari e poi andiamo a ritroso per tutta la settimana. Perché, ripeto, troppe cose non sono andate per il verso giusto».
È da punire con il rigore il fallo di mano di Bernardeschi?
«Tutta la vita. Primo: è in area. Secondo: il braccio non è attaccato al corpo. Terzo: c’è distanza notevole tra lui e Padoin che crossa. Il fatto che più mi sorprende è la posizione dell’arbitro: è di fronte al calciatore bianconero».
Quindi?
«Vede tutto, c’è una sola ragione per la quale non fischia».
Considera il mani involontario?
«Esatto. Commette l’errore, non ci sono scusanti. Per questo tipo di scorrettezza, resta la discrezionalità del direttore di gara: è lui, con o senza Var, a decidere se punire il gesto o far proseguire».
Però dalla sala Var un suggerimento in tal senso non avrebbe fatto male.
«Diciamo che non c’è stata una corretta comunicazione tra Banti e Calvarese. L’uno poteva insistere e dirgli quanto meno di andarsi a rivedere l’azione, l’altro avrebbe dovuto fare un passo indietro e non essere così drastico nel sostenere l’involontarietà».
C’era già stato un po’ di caos nell’azione del gol di Bernardeschi.
«Altra svista. Un internazionale non può sorvolare sulla gomitata di Benatia. A prescindere dal vantaggio se viene applicato o meno ma in quel contesto specifico si doveva fermare il gioco e ammonire il difensore della Juventus».
Torniamo al Var: sono ammissibili errori così grossolani anche ora?
«Il Var non ha colpe, qui c’è soltanto l’errore umano. Se Calvarese avesse deciso di consultare il video, o se Banti fosse stato più insistente, credo che alla fine il rigore sarebbe stato dato. Abbiamo introdotto il Var? E usiamolo sempre».
Come si potrà ovviare a queste deficienze?
«Elaborando una volta per tutte una norma drastica sul fallo di mani in area, altrimenti non usciremo da quest’incubo. O è sempre rigore oppure non lo è mai, l’interpretazione dell’arbitro sarà sempre soggettiva e il problema non verrà risolto».Una cosa simile era accaduta la settimana scorsa in Crotone-Napoli.
«Era rigore pure il fallo di mani di Mertens».
Troppe azioni incriminate rischiano di minare la credibilità del mezzo tecnologico?
«L’arbitro deve avere i suoi spazi, mi riferisco al potere di giudicare falli che non rientrano nella giurisdizione del Var. Un arbitro di spessore non può inciampare in certi tranelli. Prendiamo Guida in Roma-Atalanta: come si fa ad ammonire De Roon che nemmeno tocca l’avversario? E quello che ha fatto Doveri nel derby di Torino? Il gol della Juventus nasce da un fallo di Khedira su Acquah, che non è un normale contrasto. È un intervento da cartellino giallo che un direttore di gara internazionale non può non vedere».
Morale della favola: arbitri o Var sotto accusa?
«Questo è il primo anno con il supporto del mezzo, quindi siamo in piena fase di sperimentazione. Il Var non deve essere una play-station ma un supporto per aiutare gli arbitri a sbagliare il meno possibile. Ovviamente anche i diretti interessati a volte devono saper essere più umili».
Fonte: Il Mattino