L’opinione di Ciccio Marolda sul CdS:
“Alle spalle la prima metà del campionato, quello che è servito a stabilire gerarchie precise, è cominciata l’altra metà. Quella che s’annuncia come una lunga, estenuante partita punto a punto tra il Napoli e la Juve. Punto a punto. Il che vuol dire che d’ora in avanti chi si ferma, chi s’attarda o magari chi fa solo un poco il presuntuoso, beh, se non è perduto, quanto meno rischia assai.
Ebbene, il Napoli questo l’ha capito e come, se è vero come è vero che ha rincorso i tre punti con voglia e ostinazione. Vero, per un tempo se l’è presa comoda, ma sempre tanta, troppa è stata la differenza tra le squadre.
Cosicché, alla lunga, non ha avuto scampo il povero ma ben organizzato e onestissimo Verona. Anche perché di fronte s’è trovato il Napoli formato campionato. Quello che per sua fortuna è solo parente alla lontana del Napoli di Coppa. E quando si dice “formato campionato” vuol dire Napoli di prima scelta. Napoli dei titolarissimi, con geometrie memorizzate e ritmo sempre felicemente un po’ sopra le righe.
Segreti che non sono più segreti per nessuno, ma ai quali chi sta dall’altra parte comunque fa fatica a rimediare. Segreti che si chiamano anche qualità ed applicazione.
Insomma, assieme al risveglio del tridente, bellezze da primo della classe che ha le sue certezze e ovviamente qualche necessità. Tra le certezze ormai acquisite c’è quella che per com’è creato a immagine e somiglianza del pensiero del suo allenatore. Questo Napoli si porta dietro una condanna: giocare sempre con i titolari altrimenti son dolori.
Sì, magari nei novanta minuti uno o due “novità” le regge pure, però non di più. Perché un paio di seconde linee riescono a integrarsi e a non far danni, ma se di più, mandano a quel paese automatismi e convinzioni, come confermano proprio certe afflittive e inadeguate scelte nelle Coppe. Che non è vero che non hanno procurato pregiudizi. Nient’affatto. Oltre a svilire qualche legittima ambizione, infatti, hanno anche fatto evaporare una dozzina di milioni e forse più. E questi per il club si chiamano dolori.
E le necessità? Facile, sono quelle che rimandano al mercato. Da domattina ci lavorerà notte e giorno anche De Laurentiis e sarà tempo di scelte, partenze e nuovi arrivi. Soprattutto nuovi arrivi. Almeno un paio, indispensabili per dare qualità e profondità alla rosa e per negare alibi a chiunque. Perché, cari signori, è qui che si gioca lo scudetto”.