Inizia il ritorno, ma la boa della virata è ancora distante per il Benevento che aspetta la sosta e il mercato per iniziare un nuovo campionato. Billong ha bruciato le tappe, ma inizialmente è solo in panchina. Guilherme e Sandro aspettano di essere tesserati, Diabatè e Bengonda per ora sono solo piccoli sogni da coltivare. La squadra che va in campo contro la Samp è solo un prototipo, un ibrido che De Zerbi ha caricato
a pallettoni. Il confronto sembra impietoso. Ma l’applicazione è feroce. Il giovane Brignola segue passo passo Torreira e inaridisce le fonti del gioco doriano. La differenza si vede solo quando la palla passa sui piedi di Quagliarella. Ma il disegno di De Zerbi è efficace. I contropiede affidati a Puscas e Coda non mettono in grande apprensione la difesa blucerchiata, ma almeno spezzano il ritmo e testimoniano che il Benevento è vivo. Fino al primo minuto di recupero (una maledizione, che si tratti di primo o secondo tempo) Belec deve fare poco. Un paio di uscite tranquille, una presa a terra. Ma il vecchio bomber è in agguato e non perdona. Minuto 46’, lo stabiese se ne va sulla sinistra con una rapidità che Djimsiti non riesce a contenere, il diagonale è chirurgico, Belec para ma non trattiene e per Caprari è un gioco da ragazzi mettere in rete. Vantaggio inatteso e che fa rabbia, ma che cambia inaspettatamente l’inerzia della gara. Perché il Benevento che entra in campo nel secondo tempo, non solo presenta il nuovo acquisto Billong (al posto dell’acciaccato Costa), ma anche un volto inferocito per lo svantaggio immeritato. E la ripresa è un assoluto monologo giallorosso. La squadra è brava a non perdere le distanze, a stare attenta alle accelerazioni della Samp, a non concedere nulla in difesa e a ripartire nella fase offensiva con i trasformati Memushaj, Viola e Brignola. I blucerchiati si impauriscono, Coda imperversa: spolvera la traversa al 4’, timbra il palo al 10’. Sembra una maledizione. E’ il 24’ quando l’attaccante di Cava aggancia un pallone sulla destra recapitatogli da Viola, se lo aggiusta e di sinistro a giro infila nel sette. Viene giù la curva sud, la prodezza è da spellarsi le mani. Il Benevento capisce che può ottenere di più da questa partita. Coda non sbaglia più un pallone. Uno lo recapita a D’Alessandro appena entrato e l’esterno spreca calciando addosso a Viviano.
Ma Coda ripete: lancia D’Alessandro che se ne va come un treno e Sala non può che buttarlo giù. Cartellino rosso e punizione dal limite. Il centravanti di Cava programma il destro e con uno splendido tiro a giro lascia di stucco ancora Viviano. La Samp non c’è più. Tanto che al secondo minuto di recupero in contropiede il Benevento trova anche il terzo gol col più giovane in campo: Enrico Brignola, il ragazzo cresciuto in casa, il portafortuna della squadra giallorossa, che ha giocato tre partite e non ne ha mai perso una (Milan, Chievo e Samp). Il pallone che gli recapita (toh..) ancora Coda è solo da spingere in rete. E’ il trionfo giallorosso, il gol finale di Kownacki, non toglie né aggiunge altro ad un pomeriggio da ricordare per la strega.Corriere dello Sport