L’opinione di Marolda – Cifre azzurre di spessore

Marolda

Questo Napoli campione di Natale si può raccontare in cento modi. Anzi, dopo Crotone, in novantanove. Giusto quanti sono i punti conquistati in quest’anno di record e di generale ammirazione. Perché questo arrivato ai titoli di coda è stato ed è l’anno dei numeri senza precedenti. Numeri che i matematici definirebbero “concreti” e che la passione azzurra già narra straordinari, favolosi. Un anno pieno zeppo di gioco, gol e divertimento. E poi di geometrie, successi ed emozioni, con un’attesa che si chiama: voglia di scudetto. Che a questo punto non è un’ossessione, ma un diritto.
Numeri veri. Numeri “concreti”. E per adesso è tanta roba. Per adesso, però. Perché nonostante tutto il bello e il buono che c’è in questa storia, quei numeri restano ancora “acqua che non toglie sete”, come suggerisce un proverbio antico. Che cosa sarebbero, infatti, senza lo scudetto? Che soddisfazione regalerebbero a fine campionato se, per quei matematici, da “concreti” quei numeri diventassero all’improvviso “astratti”? Brutti pensieri. Ansie che questo Napoli non merita, è vero. Ma per come è corta e stretta la classifica di testa a metà stagione, non fa male la consapevolezza che in questo campionato punto a punto non sono ammessi errori e manco cedimenti.
A meno che, si capisce, non capiti qualcosa che sconvolga gli equilibri. Qualcosa che potrebbe chiamarsi anche “mercato”? Mah. Non sembra questo il caso. In fondo, salvo rari precedenti di rarissimi campioni cercacasa, le campagne d’inverno non hanno mai stravolto gerarchie consolidate. E poi, con i prezzi che ci sono in giro e con le difficoltà o la poca voglia di spendere milioni, chi si svenerebbe adesso dalle nostre parti? Aggiustamenti, toppe, arricchimento delle rose: questo sì. E per questo anche il Napoli è in pieno movimento. Però è arduo aspettarsi chissà cosa. Del resto, in attesa dei recuperi di Milik e Ghoulam, basta farsi una o due domande. La prima: oggi, a gennaio, chi c’è in giro tanto forte da scalzare uno dei titolari? L’altra: e se pure ci fosse, visto che in quanto a cambiamenti repentini il signor Sarri è un po’ taccagno, quanto tempo ci vorrebbe per vedere in campo un ultimo arrivato? Insomma, Inglese a parte, la strategia azzurra per l’inverno sembra definita: giovani, talentuosi e se possibile in scadenza di contratto. Nomi per il futuro, forse. Tipo Ciciretti, Younes e Machach, giusto per capirci.

CdS

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