VAR e Arbitri – Che domenica horror!
BANTI-DOVERI quella è mano ed è da rigore
E’ abbastanza clamoroso quello che succede al Dall’Ara (nulla a che vedere con lo scempio di Genova). Cross in area del Bologna, Mandzukic salta nel suo “cilindro”, è Mbaye che invece lo fa in maniera scomposta. Soprattutto, ed è questa la discriminante, con il braccio sinistro alto, sicuramente non in posizione consona rispetto allo sviluppo dell’azione. Mandzukic colpisce di testa, il pallone va proprio sulla mano di Mbaye e solo dopo sulla testa del giocatore rossoblù. Qui avviene il corto circuito: Higuain è quello che ha la visuale migliore e protesta subito, proteste che crescono non appena finita l’azione. Un tempo che è servito a Doveri (il VAR di giornata) per rivedere l’azione, stando a quanto dice in campo Banti: «Già fatto, già fatto, dai». E subito dopo, la frase che gela chi in tv ha già visto il tocco con la mano: «Lo tocca con la testa, non con la mano… con la testa». Con la testa? Cosa ha visto allora Daniele Doveri, internazionale fra due settimane, dal primo gennaio del nuovo anno? Di certo, la discrepanza fra le due versione certificano un errore. Che alla Juve è costato un rigore.
ORSATO CHOC CHE SPOCCHIA! BORINI-ROSSO
IL VAR GLI CHIAMA L’ESPULSIONE, LUI FA GIALLO. GRAZIA ROMAGNOLI, PER SUSO GLI SERVE… AURELIANO
Sempre detto, ha indubbie doti. Ma già dalla fine della scorsa stagione, Daniele Orsato aveva cambiato atteggiamento. «Spocchia» si dice, supponenza. O, come insegna il Marchese del Grillo, «io sono io e voi…..». Fra l’altro, ieri il VAR a Verona era Aureliano, le leggende dei maligni dicono che non corra buon sangue. Di sicuro, buon sangue, non corre fra l’internazionale di Schio e il VAR, era lui al monitor in Roma-Inter e il fallo su Perotti da rigore. In sintesi: manata volontaria (si gira apposta a pallone lontano) di Borini su Ferrari, il regolamento parla di «dare o tentare di dare», dunque disquisire quanto lo abbia preso conta zero. Aureliano lo chiama (Orsato seguiva il pallone) e, facendolo, palesa il suo dubbio: è rosso. Orsato va a rivedere al VAR e fa un incomprensibile giallo. Ancora: Romagnoli trattiene Kean, si profila la chiara occasione pur essendo lontani dalla porta: i difensori più vicini sono a 12 metri e il portiere addirittura a 13 metri. Arriva un altro poco comprensibile giallo. Di più: entrata a gamba testa, sul polpaccio, di Suso su Verde: è dovuto intervenire di nuovo Aureliano perché arrivasse il rosso.
Tagliavento non vede Torreira che “PARA”
E’ L’ERRORE DELL’ANNO, DIMOSTRA CHE SENZA ARBITRI DI QUALITà IL VAR NON FUNZIONA: IL RIGORE è PALESE
Passerà alla storia. Capire come mai uno come Tagliavento, arbitro esperto, internazionale, davanti a quattro video non riesca a vedere la clamorosa “parata” di Torreira sul tiro-cross di Magnanelli ha dell’incredibile. Forse i guanti neri lo hanno indotto a considerare l’uruguaiano il nuovo portiere della Samp? Si arrivava da un calcio di rigore, per il quale proprio l’arbitro di Terni aveva dato il suo imprimatur con la ceralacca, confortando Gavillucci sul tocco di braccio di Ferrari sul cross di Politano (anche se non è clamoroso). Dopo la parata di Viviano, il Sassuolo ha provato e riprovato a segnare, fino all’episodio incriminato. Talmente evidente che tutti aspettavamo la chiamata dalla control room. Che non è arrivata. La dimostrazione, l’ennesima, che senza arbitri di qualità anche la tecnologia può fare poco. Tagliavento, per qualcuno candidato a Juve-Roma di sabato (dopo ieri ne sono rimasti pochi per Rizzoli), dovrebbe fermarsi e riflettere. Detto questo, il VAR ha smascherato la pochezza degli arbitri italiani, colpa di anni senza investimenti seri ma solo dettati dalla geopolitica. Così, il VAR, finirà per morire…
Fonte. CdS