Silvia Vincenzi (port. Empoli Ladies): “Non vedo l’ora di giocare la sfida contro il Sassuolo”
Questa settimana Canale Sassuolo ha deciso di intervistare uno dei simboli degli ultimi 20 anni della Reggiana (ora Sassuolo Femminile): Silvia Vicenzi classe ’83, ma con la grinta di una ragazzina del ’97, portiere (ora tra le fila dell’Empoli Ladies) che Sabato la vedrà opposta proprio alla sua ex squadra. Per 6 anni ha difeso la porta della squadra granata.
Emozioni, pensieri che frullano nella testa di questa “giandona” come si direbbe nella sua terra natia Crevalcore (provincia di Bologna), termine che indica persone di notevole statura e stazza.
Sei un’illustre ex di questa partita perchè hai fatto parte della squadra che ora si chiama Sassuolo con a capo la presidente Betty Vignotto, Federica D’Astolfo e tante tue ex compagne Fabiana Costi, Eleonora Prost, Lara Barbieri, Sabrina Tasselli e Giusy Faragò. Hai lasciato la tua ex squadra ripartire dalla serie C e ora la ritrovi in serie A dopo una cavalcata bella e importante. Cosa puoi dirci in proposito: sensazioni, emozioni… “Parto dal presupposto che a Reggio Emilia la vivo un po’ come “Casa”e per Casa è il posto nel quale sei stata bene e hai i ricordi più belli. Lo scorso anno ho seguito la squadra e lo stupendo campionato che hanno fatto, l’emozione della vittoria del campionato l’ho vissuta sulla mia pelle esattamente come se fossi stata io in campo a vestire quella maglia.Dopotutto di quella maglia non me ne sono mai liberata,rimane cucita addosso. Finalmente questa squadra ma soprattutto questa società è nella categoria che merita: in serie A”.
Ti ho visto spesso seguire la squadra nelle serie minori finchè giocavate in una categoria diversa (compatibilmente ai tuoi impegni da giocatrice ovviamente) a testimonianza dell’attaccamento a questi colori a questa società e alla presidente Vignotto… “Le ho seguite perchè ho un legame e soprattutto tantissima riconoscenza verso questa società,mi ha “lanciata” tra le grandi , mi ha insegnato i valori e il rispetto che servono in uno sport,lo spirito di sacrificio, infine mi ha fatto raggiungere anche la maglia azzurra. La riconoscenza verso chi ti insegna la lealtà vera non si può descrivere a parole Betty (Vignotto) sa la stima che ho di questa società anche se forse non sa quanto mi ha dato a livello umano,non sono mai stata molto brava a parole.Sentirsi a casa quando parlo di questa società vuol dire che mi ha dato tantissimo. Vi dirò che da quando non gioco più a Reggio Emilia nel polsino del mio guanto ogni ho stampato la data e il simbolo della Coppa Italia ( vinta proprio con la Reggiana) e la scritta Reggiana e ci sarà su ogni guanto che indosserò finchè continuerò a giocare”.
Ti ha fatto piacere che la società sia stata rilevata da una società professionistica maschile importante come il Sassuolo che ha permesso di fatti alla società di continuare di fatto ad esistere? “Conosco forse una minima parte dei sacrifici che la allora Reggiana fece per farci inseguire un sogno con passione,negli ultimi anni questa società ha speso tantissimo in risorse ed energie soprattutto per le ragazze anche attraverso i dirigenti che ci hanno creduto e che hanno aiutato. Senza il Sassuolo maschile questa gloriosa realtà era destinata a sparire e credo che il Sassuolo abbia inglobato un grandissimo tesoro”.
Il ricordo o i ricordi più belli che ti legano a questa società?
I ricordi più belli…sorride un attimo…poi prende fiato e riparte…incredibile come mi possano brillare gli occhi al solo pensiero. 12 Giugno 2010 alzare quella Coppa (Italia) , la nostra Coppa contro la fortissima Torres. Un gruppo di giocatrici e persone pazzesco ha riportato la coppa Italia a Reggio dopo 17 anni. Tra i ricordi più belli di quella sera il messaggio della presidente Vignotto ( che era rientrata a Reggio Emilia per lavoro): me l’avete combinata grossa!. Poi ricordo la mia prima stagione a Reggio Emilia nel 2005/06 dove ho avuto la fortuna di giocare con Federica D’Astolfo (attuale allenatrice della prima squadra )che per me fin da quando ero piccola era il miglior centrocampista che avessi mai visto giocare. Quell’anno ci salvammo all’ultima giornata, per noi quella salvezza è rimasta nel cuore come uno scudetto. Poi tra le tantissime cose belle ricordo gli allenamenti con uno dei più grandi allenatori che abbia mai avuto, Valerio Valpreda (preparatore dei portieri quest’anno anch’egli nelle file delle giovanili del Sassuolo maschile) un mister , un amico, la persona che mi ha dato di più in tutta la mia carriera”.
In che squadre hai giocato dopo l’ultima stagione con la Reggiana e definisci con un aggettivo ,una
caratteristica o quello che ti viene in mente ogni squadra in cui hai militato “Dopo la Reggiana mi sono trasferita a Cervia dove ho giocato quattro stagioni, poi due al Chieti e quest’anno all’Empoli. Aggettivi non saprei,però per ognuna di loro ho un ringraziamento perchè mi hanno permesso e permettono ancora di fare quello che amo di più:giocare a calcio”.
Hai avuto un’esperienza in nazionale che sensazione si prova a vestire la maglia azzurra? “Beh la maglia azzurra è un sogno, è un’infinità di cose.E’ il sogno da bambina,è l’orgoglio ed è il riconoscimento più bello di tutti i sacrifici che fai. La prima volta che l’ho indossata, l’ho messa e mi sono commossa. E’ tantissimo, ed è una grande emozione poterla indossare (la voce si fa strozzata nel pronunciare l’ultima frase n.d.r.)”.
Veniamo all’attualità… sappiamo che quest’estate hai avuto diverse proposte a testimonianza di essere nel lotto dei migliori portieri italiani come mai hai scelto Empoli? “Quest’estate è stata un’estate molto particolare. Avevo subito un grave intervento per un brutto infortunio (per uno strano scherzo del destino proprio a Empoli durante la partita di Coppa Italia Empoli Chieti), nella testa per i primi mesi estivi c’era solo il pensiero che avrei smesso.Molti mi dicevano che non sarei più rientrata, che non avrei più potuto giocare ad alti livelli, perchè infortuni come questo non ti permettono più di sostenere certi allenamenti e certi carichi. Nei primi tempi liquidavo le richieste velocemente,a alcuni non li ho neanche fatti “parlare” rispondevo: “guarda smetto”. Poi è partito l’orgoglio,l’orgoglio di impormi che sarei stata io a decidere di smettere non un infortunio.Quattro mesi di riabilitazione serrata e quelle amiche (che ringrazio di cuore) che mi hanno dimostrato che la mia voglia superava tutto. Poi tra le richieste è arrivata quella dell’Empoli, l’unica squadra che non mi ha messo fretta nel rientro, anzi mi ha aiutata e mi ha fatto capire che aveva bisogno di una persona come me, per il gruppo e per aiutare a crescere i portieri che si allenano con me. Senza fretta, pressioni ,hanno saputo aspettarmi ma soprattutto hanno valorizzato la persona prima della giocatrice. Poi è una squadra legata al maschile, quindi ci permette di lavorare e di imparare sul campo da professioniste. Prima di smettere posso dire anch’io di aver avuto la possibilità di allenarmi da professionista, per questo ringrazio la società, è una realtà davvero bella la nostra”.
Anche la vostra società come quella nero-verde è legata a una realtà professionistica maschile, ritieni che sia importante per il futuro di ogni squadra femminile avere dietro una maschile professionistica? “E’ importantissimo, principalmente perchè ti permette di avere a disposizione strutture complete,staff di professionisti al seguito,allenatori che seguono i vari reparti,velocità nel recupero infortuni,abbiamo la fisioterapia completa al campo ogni giorno e a nostra disposizione, la palestra, campo in erba e campo sintetico a disposizione. Non so se lo conoscete , ma ci alleniamo e giochiamo a Monteboro, una struttura pazzesca.Abbiamo tutto quello che serve a una squadra per lavorare al massimo”.ù
Ci descrivi una tua settimana tipo di allenamento, sappiamo che sei una perfezionista e stakanovista e meticolosa nell’allenamento. Svelaci qualche tuo segreto di allenamento se si puo’ dire,o svelaci qualcosa di te come giocatrice che vorresti venisse notato o fuori e non è ancora emerso. “La mia settimana tipo non esiste (ride). La mia settimana tipo è fatta di minuti contati,lavoro ,km macinati in macchina per allenarmi e la tanta stanchezza serale. Ho ormai una certa età (sorride di nuovo).
La cosa bella è che il mio momento di svago delle mie giornate è l’allenamento perchè mi diverto.Mi piace e quando fai una cosa che ami e senti così tanto diventa il bello dei tuoi giorni.
Sono una perfezionista, maniacale, si ne sono consapevole e a Empoli con mister Marchisio come a Reggio quando mi alleno con mister Nuzzo (preparatore dei portieri del Sassuolo femminile ) mi trovo in grande sintonia percchè sono proprio come me. Maniacali nel gesto, nel provare il movimento.Credo che dopo tanti anni di calcio giocato non ci siano cose che non si conoscono di me come giocatrice. Forse una se non fosse chiaro che metto tanto cuore nelle cose che faccio in campo, negli allenamenti per la maglia che indosso”.
Milena Bertolini tua ex allenatrice per anni, ct della nazionale femminile ora… per quanto mi riguarda dico Finalmente! Tu che ne pensi? “Sottoscrivo il finalmente! Se lo merita davvero,un’allenatrice completa,un’allenatrice che può far bene alla Nazionale e al movimento. Mi ha allenata per sei anni a Reggio Emilia ed è stata la prima a darmi fiducia,ha scommesso su di me e ha dato il via alla mia carriera. Per questo la ringrazio oltre che stimarla. Sta facendo bene anche in Nazionale, le auguro tutto il bene possibile”.
Abbiamo notato che hai un fans club tuo e sei seguitissima sui social. Come nasce questo legame? “Eh si la pagina del fans club su Facebook (Silvia Vicenzi fans club) esiste da molti anni, fu creata ai tempi in cui vestivo la maglia granata da tifosi della squadra e l’hanno mantenuta e aggiornata anche dopo, indipendentemente da quale fosse la maglia che indossassi. Sono aggiornatissimi sulle mie partite con aggiornamenti in tempo reale e negli anni hanno pubblicato centinaia di miei foto e video, che nemmeno io sapevo l’esistenza.
Li ringrazio davvero tanto,per i messaggi, le foto e anche per i regali che ricevo a casa. Il lavoro paga sempre e loro sono una delle tante e belle ricompense che ho avuto in questi anni”.
La Redazione