Non ci sarà alcuna invasione azzurra a Torino, anche se il Napoli non sarà senza sostenitori al seguito. La trasferta di sabato contro il Toro è, infatti, ufficialmente vietata ai tifosi azzurri residenti in Campania. Lo ha reso noto il club granata attraverso il sito ufficiale, precisando che lo stadio «Grande Torino» è off limits in qualsiasi settore per tutti i tifosi residenti nella nostra regione, anche per coloro che sono in possesso della «Fidelity card», ovvero della Tessera del tifoso. La misura restrittiva è stata adottata dall’Osservatorio sulle manifestazioni sportive a seguito degli incidenti capitati nelle ultime due trasferte del Napoli: il 5 novembre a Verona con il Chievo e il 26 a Udine contro i bianconeri. Al nono tentativo, dunque, il nuovo protocollo adottato a inizio campionato per le gare fuori casa degli azzurri fallisce. E così il divieto di trasferta a Torino è la diretta conseguenza in particolare di quanto è accaduto a Udine. Un’ora prima della gara, si ricorderà, si registrarono alcuni momenti di tensione all’esterno dello stadio Dacia Arena. Le opposte fazioni sfiorarono il contatto nella zona antistante la tribuna centrale, a metà strada tra la curva Sud (riservata agli ospiti) e la curva Nord (dei locali), con l’intervento risolutore delle forze dell’ordine che evitò ogni scontro tra circa 150 napoletani e altrettanti friulani. Il bilancio fu di tre poliziotti e un tifoso friulano feriti. Quattro i tifosi napoletani fermati: alla fine uno fu tratto in arresto e due furono denunciati, per loro scattarono i Daspo dai 4 ai 6 anni. Ma non solo. Giorni dopo furono emessi altri provvedimenti di Daspo (divieto per 3 anni di accedere a manifestazioni sportive) per 16 tifosi napoletani identificati dal sistema di videosorveglianza, rei di aver creato disordini all’interno dello stadio e in particolare nella Tribuna laterale sud.
Nella trasferta precedente, a Verona, un manipolo di tifosi del Napoli assaltò con spranghe e coltelli il «Caffè Oro Bianco», notoriamente frequentato da supporter dell’Hellas Verona. Da questo episodio presero le distanze alcuni gruppi storici partenopei, primi tra tutti quello dei Fedayn che si offrirono anche di rimborsare, con una colletta, il proprietario. È evidente che dopo l’episodio di Verona la tifoseria azzurra proveniente dalla Campania era sotto i riflettori. Gli scontri di Udine hanno reso scontato il provvedimento. Un deciso, e amaro, passo indietro rispetto alle altre otto gare disputate da Hamsik e compagni lontano dal San Paolo, nelle quali c’era stata piena apertura dopo 9 anni (dal 2008) di restrizioni e chiusure. Contro l’Hellas ben 1200 biglietti furono messi a disposizione dei sostenitori residenti in Campania in possesso della tessera del tifoso. Possibilità di seguire la squadra del cuore, con la card, anche nelle trasferte di Bologna, Chievo e, appunto, Udine. Addirittura vendita libera (anche senza Fidelity card) per la gara di Ferrara con la Spal e per quella di Marassi con il Genoa. C’era stata una chiara apertura anche per le due delicate trasferte dell’Olimpico: dati i drammatici precedenti la partita con la Roma fu accessibile solo ai tifosi napoletani non residenti in Campania (circa 4mila riempirono il settore ospiti), laddove a quella con la Lazio poterono accedere anche i residenti, semprechè in possesso della Tessera.
Sabato gli azzurri non saranno soli nella delicata partita con la squadra di Mihajlovic. Il settore ospiti (1490 biglietti al costo unitario di 25 euro) sarà pieno almeno per metà con i tanti sostenitori partenopei provenienti dai vari club del Nord, partendo da quelli del Piemonte (Cambiano, Torino, Ivrea) a quelli della Lombardia (Milano, Brescia) , del Veneto (Belluno e Verona), della Toscana e dell’Emilia-Romagna (Bologna e Parma). In attesa di verificare se a Crotone, nell’ultima trasferta del 2017, ci sarà una nuova apertura a tutti i supporter del Napoli.
Fonte: Il mattino