La storia d’amore (?) tra il Napoli e Nikola Maksimovic, 9 mesi circa, a rincorrersi. Una gravidanza, ma non si può dire sia nato un grande amore. Maksimovic ha faticato – e fatica tutt’ora – a trovare spazio nella difesa azzurra. Quello di Maksimovic è stato un vero e proprio strappo, anzi un capriccio. Lui, legatissimo a Mihajlovic fin dai tempi in cui Sinisa era ct della nazionale serba, ha prima disertato il ritiro estivo dei granata e poi si è addirittura negato alle ripetute chiamate da parte dell’allenatore del Torino. Con la maglia del Napoli. 14 presenze (meno di una per milione speso per il suo cartellino) e un sol gol, quello della scorsa stagione contro il Crotone. Una zuccata di testa da difensore puro, di quelle che avevano fatto ben sperare per la sua ripresa. Era il 23 ottobre del 2016, più di un anno fa. Alla terza presenza consecutiva dal primo minuto in campionato. Poi una lunga pausa costellata da panchine prima di completare la stagione con qualche altro spicciolo di gara. Quest’anno Sarri lo ha schierato da titolare a fine settembre: in campionato con la Spal e in Champions League contro il Feyenoord, sempre al posto dell’infortunato Albiol. Decisamente poco. Il Napoli potrebbe metterlo sul piatto per arrivare a Berardi, sfruttando il fatto che il Sassuolo è a caccia di un centrale difensivo per sostituire Paolo Cannavaro destinato a raggiungere suo fratello in Cina. Chissà se la cessione di Maksimovic sarà accompagnata dal pathos che ha caratterizzato il suo arrivo. È vero che l’attesa aumenta il desiderio, ma dopo averlo aspettato tanto il Napoli può dire di non avere più voglia di puntare su centrale serbo.
Fonte: Il Mattino