Ombre su Insigne, salta anche a Torino?

E’ successo tutto contro la Juventus, al trentesimo della ripresa, quando Insigne ad un certo punto, dopo aver reagito al dolore e resistito a oltranza, Insigne s’è lasciato andare a terra e poi è uscito facendo dondolare la testa, quasi annunciando, e annusando, il pericolo: affaticamento, tutto qua, nella diagnosi iniziale, poi sopraffatta dagli eventi che hanno alterato le previsioni. Niente Rotterdam, ed era chiaro, per lasciar riposare un uomo che ne aveva collezionato sessanta consecutive dall’inizio, che in campionato aveva messo assieme una striscia di quarantaquattro partite, che non conosceva panchina dall’ottobre del 2016 (allo Scida contro Crotone), ch’era diventato molto più di un giocatore ma un leader tecnico.

RISCHI. E’ stata una settimana tormentata, vissuta nell’incertezza, sottoponendosi ad un differenziato dietro l’altro, provando a leggere dentro di sé, ad ascoltare i messaggi contrastanti d’un corpo con il quale Insigne si è scontrato: un giorno benino, poi subito peggio, sapendo che con i muscoli non è mai il caso di entrare in conflitto.
Niente da fare neanche contro la Fiorentina, sottraendo al Napoli anche Insigne dopo Ghoulam, e quindi squarciando in due un binario sul quale, nella prima fase, è stata costruita una versione scintillante di calcio moderno con triangoli stretti (grazie anche a Hamsik) e un palleggio devastante per le difese avversarie.

E ORA? Resta la speranza, che sembra piccolissima, ma è chiaro che il tempo, un galantuomo, potrebbe avere effetti benefici e cambiare gli scenari: ma l’Insigne attuale è una improbabile soluzione per Sarri, che intanto provvederà a crearsi una squadra senza lo scugnizzo e poi, nel caso, la riadatterà a modelli di gioco ben noti al suo talento più estroso. Ma Insigne sta ancora maluccio, continua ad avvertire quella noiosa dolenzia alla zona pubica che non sembra allarmare, ma che rappresenta un pregiudizio rilevante, per il calciatore e per il Napoli.
A Torino si giocherà di sabato e in condizioni climatiche (ore 18 e siamo in pieno inverno) che inducono a usare moderazione: Insigne tenterà di non arrendersi, di rimettersi a correre (nel caso in cui gli venga semplice e naturale). Altrimenti, sarà per la terza volta consecutiva una squadra senza scugnizzo, e probabilmente un Napoli (in partenza ma anche a gara in corso) senza italiani di nascita: è successo ieri, contro la Fiorentina, potrebbe capitare pure contro il Torino.

Fonte: CdS

 

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