Ecco quanto riporta il Corriere dello Sport
Lei conosce le cause, Sarri.
«Abbiamo affrontato il primo tempo in maniera nervosa e questo è un segnale, perché quando poi ci siamo sbloccati, nella ripresa, siamo stati capaci di creare e di cancellare quei problemi offensivi che erano emersi a Rotterdam».
E’ una questione di testa, dunque?
«La prestazione, per impegno e mentalità è stata importante. E le opportunità le abbiamo avute: con Zielinski, con Callejon, con Mertens. Ci è mancata la finalizzazione, ma questo non mi preoccupa. Io so che torneremo a segnare».
Sembra ottimismo fondato su sensazioni.
«Se avessi vinto 1-0, con una palla sporca, si sarebbe parlato di Napoli ritrovato. Io ho notato ritmo ed anche velocità nella circolazione della palla, un discreto movimento e, rispetto a gare recenti, una facilità offensiva. Ci portiamo appresso un mese in più di tensione, perché i preliminari di Champions ci hanno spremuto, costringendoci a spendere molto. Nel computo, vanno inseriti anche quegli impegni».
Si parla, in maniera ricorrente, del turn-over.
«E’ un’analisi che ha bisogno di approfondimenti o anche di paragoni: Douglas Costa della Juventus è arrivato dal Bayern Monaco, ma Allegri ha dovuto aspettare novembre per inserirlo con una certa continuità. Su Ounas, tanto per fare nomi, ci vuole pazienza; per un giocatore che arriva dal campionato francese, c’è bisogno di lavoro e di un percorso. Ha grandissimi margini di miglioramento, di questo siamo tutti sicuri».
Era una opportunità grossa, dopo i pareggi in Juventus-Inter e della Roma a Verona.
«Ma stanno rallentando tutti. Alla quattordicesima eravamo primi con 38 punti; ora la capolista ne ha 40. Non si poteva pensare che si arrivasse tutti intorno ai 100 punti. E i dati fisici sono migliori di ottobre, quando ne abbiamo vinte sei. Dobbiamo avere la forza di evitare di farci attaccare dalla negatività».
Lei sembra tranquillo.
«Perché nel secondo tempo, nonostante i problemi che stiamo affrontando, siamo tornati quelli di sempre, attraverso alcune giocate che ci appartengono e ci hanno consentito di andare vicini al gol. Stavolta le abbiamo sbagliate, in altre occasioni, in altri momenti, forse le avremmo segnate. Il calcio è come la vita: ha le sue fasi. Questa passerà».