CdS Campania – “PRENDIAMOCI LO SCUDETTO”

 

CdS Campania – “PRENDIAMOCI LO SCUDETTO”

Vale tutto: le ultime due partite, cinque giorni da dimenticare, ma anche (principalmente) tre mesi di calcio in cui perdersi gioiosamente, una verticalità assoluta espressa da una macchina da gol infernale, la capacità d’essere «il Napoli», in campionato più che in coppa perché è probabile (o è certo?) che il sogno – e chissà quanto inconsapevolmente – si chiami scudetto. Il calcio sa essere impietoso, apre crepe (però vagamente annunciate) nelle certezze acquisite e trascina sul bordo di un lettino, utile per leggersi dentro, per analizzarsi, per studiarsi, per trasformare Sarri in psicologo e spingerlo a scorgere il malessere. «Non riusciamo a fare ciò che sappiamo». Il cervello ha continuato a inviare i suoi input alle gambe, che hanno cominciato a perdere l’orientamento: 0-1 con la Juventus, 2-1 per il Feyenoord e s’è accesa una luce, una spia, che nel calcio lampeggia (sistematicamente) a ogni sconfitta. Però è un momento, è l’appannamento, si direbbe fisiologico, di chi dal 16 agosto s’è messo a correre a velocità supersonica, di chi fino a venerdì scorso le ha vinte (quasi) tutte, di certo non ne ha persa nessuna e comunque, pur in tratti difficoltosi, ha sempre saputo rimanere se stesso, pur facendo l’occhiolino (così è sembrato) al campionato. Nel vento che spacca in due Rotterdam, la malinconia è nel clima, nel grigiore che circonda e anche nell’umore che avvolge una squadra a cui Sarri ha rivolto poche e secche indicazioni per ripartire in fretta, dalla Fiorentina in poi: a una squadra che (probabilmente) nell’inconscio, aveva già scelto sin da Kharkiv qual era, quale sarebbe stato, il destino da andare ad abbracciare, da inseguire, da corteggiare: si chiama scudetto (costi quel che costi….)

Fonte: CdS

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