L’approfondimento – di R. Muni: “La prova è finita”

Maurizio Sarri, alla vigilia della sesta e ultima partita del girone di Champions, aveva detto che la sua squadra era in prova nella massima competizione continentale. La prova è finita male, con l’epilogo ampiamente preventivato: terzo posto ed Europa League. In realtà, la squadra azzurra ha raccolto quanto seminato durante questi tre mesi ma, a rendere ancora più amara l’eliminazione, è stata la rimonta del Feyenoord dopo il vantaggio fulmineo firmato da Zielinski. Rimpianti? Certamente si! Rimpianti che risalgono alla partita di esordio, in casa dello Shakhtar ed a quella casalinga contro il Manchester City che, se gestite in maniera diversa, avrebbero permesso un epilogo diverso. Personalmente non ho mai creduto all’impresa di Pep Guardiola in Ucraina, al di là delle dichiarazioni di facciata e non sarebbe giusto imprecare per il mancato successo del City quando non siamo stati capaci di giocare bene le nostre carte. È indubbio che, con gli ucraini in vantaggio di due gol, il Napoli abbia smesso di giocare a Rotterdam, favorendo la rimonta dei padroni di casa, desiderosi di non essere la ventesima squadra della storia a concludere con zero punti un girone della vecchia coppa campioni. In definitiva, raccogliamo quanto seminato, cercando di fare tesoro degli errori commessi per crescere, sempre e comunque. Sebbene da sempre sosteniamo che la Champions è soltanto uno sfizio, una vetrina prestigiosa per i Sarri’s boys ma con possibilità di successo praticamente pari a zero, l’insuccesso rappresenta, comunque, un epilogo che genera frustrazioni. Se vincere aiuta a vincere, perdere due partite di fila non può che deprimere, moltiplicare la stanchezza e minare tutte le certezze costruite durante il 2017. È proprio questo aspetto che preoccupa maggiormente i tifosi, perché adesso c’è il campionato e la partita con la Fiorentina all’orizzonte, da vincere nonostante tutto per dare un colpo di spugna alle recenti delusioni. Si ma, da dove bisogna ripartire? Innanzitutto, dall’ottimo cammino fatto dal Napoli nelle quattordici partite di campionato, precedenti a quella con la vecchia signora. Inoltre, dalle buone prestazioni di gente come Zielinski, Diawara, Rog e, in fin dei conti, anche di Ounas, che possono e devono essere maggiormente coinvolti, sia per allargare le scelte (…leggasi opportunità…) di Sarri che per fare rifiatare alcuni elementi in riserva di energie. Infine, dai numeri collezionati nell’anno solare in corso che dicono che il Napoli ha saputo fare meglio di tutti, Juve compresa. Numeri importanti, frutto di un grande lavoro fatto negli ultimi due anni e mezzo, che non devono portare solo complimenti ma anche trofei. Ricominciamo da tre, direbbe l’indimenticabile Massimo Troisi, ossia ripartiamo da quanto ci è riuscito, quanto di buono è stato fatto senza gettare al vento tutti i sacrifici fatti fino a sette giorni fa. Sono certo che, tornando ad assaporare il gusto della vittoria, torneremo anche a sorridere e divertire divertendosi. In barba a tutti coloro che, tristemente, sbeffeggiano il bel gioco che il Napoli ha dimostrato di saper fare, auspichiamo che gli azzurri ritornino presto a farci divertire, perché quei complimenti che a qualcuno danno fastidio, adesso ci mancano. Volendo essere puntigliosi, bisognerebbe ricordare al mondo fatto a strisce, che pochi giorni fa Maurizio Sarri è stato insignito del premio di migliore allenatore dell’anno, proprio per il gioco spettacolare che ha saputo esprimere con la sua squadra. Un riconoscimento ufficiale che, evidentemente, non considera esclusivamente i trofei vinti ma che, oltre a rimanere negli almanacchi, potrebbe essere la prima pietra di qualche titulo che meriterebbero tutti: Maurizio Sarri in primis, i suoi ragazzi che scherzosamente chiamo Sarri’s boys, la società e, più di tutti, la gente di Napoli! Avanti Napoli, Avanti!

 

Riccardo Muni

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