Duro il Mattino di Napoli: “Ora basta con i titolari fuori forma”
Nessun aiuto – ed era immaginabile – da Charkiv di Guardiola, che ha operato numerosi cambi nel Manchester City rispetto alla precedente partita di Premier (dentro il ventenne Foden e il diciassettenne Adarabioyo) non onorando né l’impegno con lo Shakhtar né l’amicizia con Sarri. Ma non prendiamocela con Pep: se il Napoli si congeda dalla Champions è perché ha fallito la prima tappa del girone proprio in Ucraina. A metà settembre Sarri decise di lasciar fuori due tra i migliori, Allan e Mertens, pagandone le conseguenze con la sconfitta.
Da Rotterdam a Charkiv non c’è stato batticuore, non si sono rincorse le emozioni, se non quelle vissute dai tifosi olandesi per la prima vittoria conquistata al 91′. Il Napoli ha confermato di vivere il più delicato e sofferto periodo della stagione. Il City ha passeggiato sul campo dello Shakhtar, regalando il secondo gol agli ucraini mentre il Napoli dopo la rete di Zielinski, il sostituto di Insigne, ha concesso al Feyenoord – squadra a zero punti – le occasioni per pareggiare e vincere, con gravi errori di Albiol. Leggerezze dello spagnolo che hanno riportato a quelle frequenti nelle scorse stagioni: se si compie un passo indietro, sono guai. Sarri aveva detto che i grandi si rialzano subito e questo Napoli non è lo stato affatto a Rotterdam. Con sei punti era inevitabile uscire e scivolare nei sedicesimi di Europa League, che sarà magari affrontata con altro spirito, anche perché sarà sempre più intensa la lotta per lo scudetto.
Il Napoli non si troverà nella situazione dell’Inter, che secondo Sarri fa un altro sport non partecipando alle coppe, ma quasi: il campionato sempre più la priorità. Questo per vedere il lato, diciamo così, positivo dell’eliminazione che fa male a un gruppo che aveva cominciato cinque mesi fa a lavorare sulle montagne del Trentino per superare il preliminare di Champions col Nizza e partire forte in campionato. Incassato un bruciante uno-due in quattro giorni, con le sconfitte contro la Juve (con relativo scivolamento al secondo posto in classifica) e il Feyenoord, il Napoli deve rialzarsi e dimostrare di essere grande in campionato, a cominciare dalla partita con la Fiorentina, nella quale non potranno vedersi in campo giocatori in precarie condizioni fisiche. Sarebbe un errore insistere perché allora sì che la squadra rischierebbe di giocare in dieci o in nove, al di là delle simpatiche battute di Sarri. L’utilizzo di risorse finora accantonate può aiutare gli azzurri che hanno spento l’interruttore dopo l’1-1 del Feyenoord e il 2-0 dello Shakhtar, arrivati a distanza di un minuto. A Rotterdam, ieri sera, Sarri ha ammesso che vi sono problemi, risolvibili, a cominciare da un possesso palla che rischia di essere sterile se non c’è finalizzazione in attacco e copertura in difesa. La fatica di alcuni giocatori – Mertens, anzitutto – non è secondaria.
La corsa Champions è finita. Va in archivio questa esperienza ma senza il rimpianto del 2012, quando gli azzurri di Benitez rimasero fuori nonostante i 12 punti. Si riparte e domenica i tifosi spingeranno la squadra: già in 35mila hanno acquistato i biglietti per la Fiorentina opportunamente messi in vendita a prezzi bassi. Sabato c’è la super sfida a Torino tra la Juve e l’Inter fresca capolista. Il Napoli è là, in agguato, anche se forse non è il caso di pensare ai risultati altrui: il calo sul 2-0 dello Shakhtar fa capire come la concentrazione dev’essere feroce, puntata soltanto su chi è di fronte, non altrove, o dietro, o davanti. Quella che è stata definita la più bella squadra d’Italia per il suo gioco è l’unica a non essersi qualificata per la seconda fase delle competizioni europee, scivolando dalla Champions all’Europa League. Peccato. Davvero.
Fonte: Il Mattino