Il Napoli ha steccato ieri sera contro il Feyenoord, uscendo dalla Champions. La Gazzetta dello Sport analizza la gara e il momento degli azzurri, che sono sembrati fuori fase. “Addio Champions, non è stato bello. La partita doppia è andata male, da una parte e dall’altra. L’illusione è durata 24 minuti: dal gol lampo di Zielinski alla rete di Bernard al City. Poi oltre al danno dell’eliminazione. Prevedibile al di là della fiducia forzata nel Manchester e in Guardiola, è arrivata anche la beffa. La sconfitta all’ultimo respiro, che fa scivolare gli azzurri in seconda fascia nel sorteggio per i sedicesimi di Europa League.
Finisce con uno stadio esaltato, in grande festa per i primi punti. Un’esaltazione fuori luogo se vogliamo visto che il Feyenoord esce dall’Europa, ma che fa provare invidia per questi tifosi (non gli ultrà che 2 anni fa hanno sfasciato Roma eh, i tifosi veri) così affezionati alla squadra. E finisce con un Napoli che più abbattuto non si può. Nel morale e anche nel gioco. E il vero problema ora è capire se il flipper di Sarri è andato in tilt per la delusione data dai gol dello Shakhtar o perché i meccanismi si sono ingrippati e il fiato è corto, come la panchina. È mancata la velocità negli scambi, i movimenti senza palla. L’incisività dell’attacco che senza Insigne perde molto, soprattutto in questo momento grigio.
I grandi si rialzano, gli altri no, ha detto Sarri alla vigilia riferendosi alla batosta con la Juve. Col Feyenoord non è successo. Ora bisognerà rialzarsi in campionato. Poi si penserà all’Europa”.