Corre stima affettuosa fra Guardiola e Van Bronckhorst, uomini Barça in diversi periodi della storia blaugrana. E anche Van Bronckhorst ha difeso l’onorabilità del collega più titolato e famoso.
«Non ho dubbi che Pep giocherà per vincere. Il City in Ucraina farà la sua partita ed è in questo momento la squadra migliore d’Europa. Vorrà raggiungere altri record, perché è stato così in tutta la sua carriera. Chi meriterebbe di più la qualificazione fra Napoli e Shakhtar? Non vedo grandi differenze».
Vota invece Napoli il difensore Van Beek. «Il Napoli mi pare migliore della squadra ucraina. Ma attenzione, perché questa per noi è la partita dell’onore. E dell’orgoglio e vogliamo chiudere bene davanti ai nostri tifosi». Orgoglio, onore, lealtà: volano parole altisonanti in questa vigilia fra una squadra che non ha nulla da ottenere. A parte appunto un risultato simbolico, e un’altra che potrebbe ottenere tutto, ma non dipende da lei. E nonostante l’impegno profuso dagli attori in scena di tenere gli occhi fissi sulla partita del De Kuip il personaggio è sempre lui. Pep, ancora Pep.
L’uomo che non vorrà offuscare la sua immagine con qualche sospetto di opportunismo nel gelo di Kharkiv. L’uomo che però domenica affronterà il rivale Mourinho nel derby di Manchester, sicché che male c’è se fa turnover? Corollario per coltivare la speranza.
Il City può battere lo Shakhtar anche senza De Bruyne o David Silva. Anche lasciando in panchina cinque o sei titolari e facendo esordire qualche bimbetto. Si sa che il Pep con i calciatori giovani ci becca sempre. «Ho detto ai miei giocatori che se qualcuno non vuole venire in Ucraina me lo deve dire. Perché noi andremo per onorare la competizione. Giocheremo al massimo per rispetto del Napoli, dello Shakhtar e della Champions». Ha tuonato il catalano già qualche giorno fa. E arrivato in Ucraina, avvertimento fatalista a parte, ha continuato a promettere una partita al top.