Al Napoli mancava la velocità di sempre nelle rifiniture, la precisione di Mario Rui nei cross, gli spunti di Mertens in area, i tagli di Callejon, la qualità di Hamsik.
Reggeva solo Allan, utile però quando c’era da recuperare palla, meno quando doveva impostare il gioco. Non si capiva il modo di chiudere l’azione: con i cross (31 in tutto), ma per chi?
Per Mertens, Callejon e Insigne di fronte a Chiellini, Benatia e De Sciglio? Scelta strana, a dir poco. Dall’altra parte, c’era una squadra di ferro, per forza muscolare e per logica. Niente spettacolo, tutta sostanza. La Juve vera, insomma.
Con una differenza rispetto al solito: la qualità stavolta non arrivava da Dybala, ma da Douglas Costa, padrone incontrastato del suo settore.
Fonte: CdS