Corrado Ferlaino, ex presidente del Napoli, può tuffarsi, senza negarsi il brivido di rivivere la sua Partita. Ne parla ai microfoni del CdS.
Nei trentadue anni di Napoli-Juventus, Corrado Ferlaino quale sceglie? “Uno Juventus-Napoli, quello del 3-1 a Torino, quando capimmo che avremmo vinto lo scudetto. Quello nel quale, mentre l’avvocato Agnelli mi parlava, io non sentivo: ero preso dai miei pensieri”.
Quello che vide per intero. “Forse, l’unica volta. Pensi che ancora oggi, quando vedo la partita, alla fine del primo tempo me ne vado. Mi allontano dal televisore. Lo spengo o lo lascio accesso, per andare a spiare. Il cuore non vuole scherzi”.
Stasera che fa? “La guardo per quarantacinque minuti, poi andrò in giro per casa o salgo in macchina”.
A Bologna, per il secondo scudetto. “Entrai in autostrada, accesi la radio, sentii che stavamo vincendo lo scudetto. Presi la prima uscita, rientrai. Tornai indietro e per poco, visto che correvo come un pazzo, non mettevo sotto qualcuno. Per fortuna ai miei tempi non c’erano i tutor”.
Lei ci crede? “Eccome no. Ci crede tutta Napoli e vuole non lo faccia io? Ci sono segnali positivi e poi questa squadra gioca un calcio meraviglioso”.
Non le chiederemo chi di questo Napoli avrebbe fatto comodo al suo. “Calcio diverso: è tutto cambiato. A noi bastavano quindici calciatori e non c’erano infortuni. Oggi venticinque possono non essere sufficienti, soprattutto se poi si fanno male quelli utili”.
La Juve ha perso qualche pezzo. “E l’assenza di Mandzukic si fa sentire. Perché per me lui da centravanti è più forte di Higuain”.
Addirittura? “Addirittura. Più funzionale, più fisico, più presente. Ecco, non male giocarsela senza un ariete di quello spessore”.
La vittoria più larga fu un’altra. “Il successo in Supercoppa, che però ha lasciato in me un retrogusto amaro. Perché quella sera cominciò a spegnersi il Napoli fantastico. Era l’inizio della fine di un ciclo. Per fortuna vincemmo e dunque ci fu gioia. Ma la sensazione che stessimo per sfiorire l’avemmo subito”.
Maradona faceva un altro sport. “Un fenomeno sul quale si è detto tutto ciò che si poteva dire e vale la pena sempre di ripeterlo. Il più grande di tutti”.
Il suo vizio, come Sivori lo fu per l’Avvocato. “Ho cercato sempre di avere un atteggiamento di equilibrio con chiunque. Però Diego è chiaro che, tecnicamente, non può aver paragoni. Ma nel rapporto io sono stato sempre distante, forse perché quando arrivai nel Napoli trovai una squadra spaccata: chi stava con Lauro e chi con Fiore”.
Chi le dirà come sta andando? “Le urla della gente: Napoli-Juventus la vivi anche senza guardarla, avverti l’euforia o anche il silenzio. Poi, nel caso, vado di là a dare una sbirciatina: un momento solo, per tenermi aggiornato sul risultato”.
Stasera può cambiare qualcosa? “Io sono scaramantico, non lo dimentichi”.