Mertens verso Higuain
Dov’è l’errore (ammesso che ce ne sia uno o uno soltanto)? Novanta milioni per regalare l’infelicità: ma ora ch’è volato via un anno (per la precisione: sedici mesi), e di quell’atmosfera triste non c’è neanche più un vago ricordo, ondeggiando tra le statistiche rivedute e poi corrette a suon di gol, le domande che sorgono spontanee sono varie e restano (forse) senz’alcuna risposta. C’era una volta Higuain (a Napoli) ed è stato bello, anche bellissimo, assaporarne la voracità, il bulimico senso del gol (71 in campionato e 91 complessivamente) prima che la Storia (trentasei reti in serie A, battuto il record di Nordahl) lo trasformasse in core ‘ngrato, lasciando «essiccare» le cicatrici in area di rigore: il tempo, ch’è un galantuomo, ha offerto un contributo, ma il balsamo d’una città che ama vivere con la testa nel pallone si chiama Dries Mertens, per gli amici Ciro, per gli avversari una terribile ossessione, una verità nascosta a chiunque (anche a se stesso) emersa dall’ottobre scorso (dopo l’infortunio di Milik) e divenuta poi garanzia assoluta.
Fonte: CdS