Un cannibale e un avvoltoio. L’uno e l’altro, quello che pareva fosse un falso nueve (bugia) e quello che è stato sempre l’autentico rapace, ondeggiano dalle stesse parti se si parla di capacità realizzativa, ma Mertens ha la forza bruta di un cannibale, con settantotto occasioni sin qui create, mentre el pipita è approdato a cinquantacinque. C’è tutto un mondo, in quel microcosmo che li accoglie entrambi da tredici mesi (da quando cioè Mertens s’è vestito da Higuain ed ha cominciato ad interpretarne lo stesso ruolo) e le distanze, pur non esagerate, restano comunque significative: quel monello rinominato Ciro ci ha messo anche dodici assist (ce l’ha nel sangue, è un filantropo per codice genetico di ala sinistra), e sono il doppio dell’argentino, che però s’è tolto lo sfizio di otto doppiette (contro le quattro).
Però Mertens esagera in triplette e una volta s’è concesso persino il poker. Fateci caso: l’addio di Higuain è stato (probabilmente) un affare per tutti. Altrimenti si può chiedere a Mertens, al quale bastano altri dieci gol per sorpassare Higuain nella classifica dei goleador del Napoli. (CdS)