La gara in prioiezione scudetto.
Il Napoli che non t’aspetti, che nell’epoca-Sarri non si è (quasi) mai manifestato, che non si smarrisce nel pomeriggio lattiginoso ha qualità addirittura sconosciute: bello scoprirle o ritrovarle, importante averle adoperate per venire a capo della domenica.
E allora: per la settima volta se ne esce con la porta serrata e stavolta addirittura senza “nessunissima” concessione; la scenografia difensiva (pur priva di Albiol, il regista in più) prende il sopravvento, perché Chiriches non sbaglia un colpo, Koulibaly lo emula, Maggio è sorprendente ed Allan funge più degli altri centrocampisti da schermo; e comunque il cervello s’impadronisce la partita, la orienta, induce a governare il sotto ritmo, ad aspettare (soprattutto quando entra Diawara) che l’Udinese esca dal proprio guscio, semmai per colpire con quello che ora si definisce ripartenza e che in realtà resta «il contropiede».
Fonte: CdS