Il tridente d’attacco, dove gerarchia vuol dire fiducia

Domani c’è l’Udinese, un nuovo capitolo di una stagione infinita che corre veloce, trascinando con sé i dubbi (pochi) e le certezze d’ogni vigilia. Ne ha tante Sarri, le sistemerà in valigia e le ritroverà alla Dacia Arena. Il suo attacco, dove le gerarchie sono blindate e ben solide, resistono e non avvertono le fatiche del tempo. Giocheranno i soliti tre, comporranno il tridente insaziabile di gol ed emozioni. Regalerà spettacolo, l’ha già prenotato pure in Friuli, laddove un anno fa Insigne scoprì quanto vitale fosse il ritorno al gol. Ne realizzò due (dopo una lunga astinenza) e domani non disdegnerebbe l’ennesima perla del suo vasto repertorio da affiancare all’ultima europea. Agirà a sinistra, a volte esterno e spesso centrale, rifinitore tra le linee, fantasista dai piedi educati e dalla fantasia cristallina. Sfiorerà Mertens col pensiero e coi movimenti classici, vivrà degli spazi che il belga, da centravanti, saprà offrirgli e disegnargli. A sinistra ci sarà Callejon e dov’è la novità? È la sua residenza, il suo habitat naturale, l’oasi di felicità dalla quale parte e poi ritorna, non prima d’aver eseguito l’ennesimo arcobaleno alle spalle dei difensori, trattato di geometria e intuito. (CdS)

 

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