La tempistica è quantomeno singolare. Appena lunedì la Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping aveva provveduto a prorogare la sospensione cautelare di Fabio Lucioni di altri 30 giorni, dopo i 60 iniziali. La proroga era stata concessa proprio su istanza della Procura Nazionale Antidoping, quella stessa che ieri, a distanza di un solo giorno, ha comunicato le sue decisioni in merito alla vicenda che vede coinvolto il difensore del Benevento Calcio: la richiesta della Procura per Lucioni è di un anno di squalifica. Più severa quella per il medico sociale (difeso, insieme alla società giallorossa, dall’avvocato Eduardo Chiacchio), il dottor Walter Giorgione, per il quale sono stati chiesti 4 anni di inibizione. Il calciatore, anche davanti ad una richiesta così grave, è parso rinfrancato.
SCONTO. Ora sa contro cosa dovrà combattere insieme al suo legale, l’avvocato Saverio Sticchi Damiani, con la speranza che si possa ottenere uno sconto sostanzioso di pena nella fase processuale. Il dibattimento è atteso abbastanza presto, addirittura tra una decina di giorni, comunque prima delle festività natalizie. Fabio Lucioni è stato sospeso dal Tribunale Antidoping dopo essere stato trovato positivo all’esame effettuato al termine della partita tra il Benevento e il Torino del 10 settembre scorso. La notizia della positività ad un anabolizzante, il clostebol, aveva lasciato di stucco il giocatore, avvisato in pullman nel corso del viaggio che lo stava portando insieme alla squadra a Crotone. Uno shock per un atleta abituato a fare a meno persino di un’aspirina. La ricostruzione della vicenda portò in primo piano l’errore del medico sociale che aveva somministrato uno spray cicatrizzante della sua dotazione personale all’ignaro giocatore. Versione confermata anche nelle deposizioni davanti ai giudici del Tribunale Nazionale Antidoping sia dal difensore del Benevento che dal medico sociale. Il capitano giallorosso ha atteso con ansia, oltre che con pazienza, le richieste della Procura. In tutti questi giorni si è allenato come se avesse dovuto giocare ed ha seguito la squadra non solo nelle gare casalinghe, ma anche in tutte le trasferte.
Fonte: CdS