Ballano euro a cascate, una pioggia di soldi che la slot machine della Champions riserva ai suoi nobili partecipanti. I conti tornano (tornerebbero), eccome, in caso di qualificazione, però già battere lo Shakhtar consegnerebbe un milione e mezzo di euro (il pareggio ne vale cinquecentomila) e lascerebbe comunque la password della cassaforte all’ultima sfida, quella con il Feyenoord, da vincere obbligatoriamente ma tendendo anche le orecchie tese verso l’Ucraina, per sperare nel miracolo del Manchester City: alla fine, c’è già un vortice di tre milioni secchi (esclusivamente legati alle due gare) che, con la qualificazione nel portafoglio, regalarebbero altri sei milioni, per chi mette piede negli ottavi. E non finisce qua, perché quello strano meccanismo che si chiama market pool, praticamente la spartizione dei diritti televisivi, aggiungerebbe splendore economico alla gratificazione e al prestigio: ci sono cinquanta milioni, all’incirca, che i tre club italiani devono dividersi e la fetta cresce in base alle gare che si giocano. In questo caso, siamo alla teoria allo stato puro, ma in pratica si può anche riconoscere che, garantendosi un futuro, pioverebbero dal cielo altri sedici-diciassette milioni. E siamo intorno ai trenta milioni.
Fonte: CdS