Il desiderio di Insigne in fuga con il Napoli

La prospettiva è quella di diventare un bomber eccezionale

La prima cosa da sommergere, anche se impossibile, è il Mondiale, seppure nella testa di Insigne continuerà ad esserci. «Faremo di tutto per vincere lo scudetto, daremo il 200% per regalare la felicità ai tifosi e a noi stessi. La vittoria contro il Milan è arrivata anche grazie alla grinta, al cuore: sappiamo che possiamo fare grandi cose».Questo aiuterà di certo Lorenzo a dimenticare. Insigne l’ha detto appena rientrato da San Siro: «Io voglio lo scudetto: ora testa bassa, lavorare. Devo pensare al Napoli». Sarebbe stato comodissimo, per lui, accomodarsi e scalciare dal carro degli sconfitti, invece, da gentiluomo dice: «Bisogna rispettare le scelte di Ventura. Anche lui ha fatto l’impossibile per andare al Mondiale… Era e siamo un gruppo fantastico ed è duro non essere in Russia». C’è rimasto in ognuno, in Insigne sugli altri, quel senso d’insopprimibile sofferenza, perché un Mondiale è per tutti, e per uno scugnizzo forse di più, il traguardo d’una vita spesa inseguendo gli aquiloni. E ora che non c’è nient’altro da fare che ripiegare quel sogno, bisogna costruirsene immediatamente un altro: sette reti su tredici partite inducono a credere in tante cose, aritmeticamente anche nella possibilità di afferrare al volo la possibilità di arrivare a quota venti, che vorrebbe dire anche elevarsi tecnicamente al rango di bomber o (persino) di fenomeno. Uno che copre, che ricama, che regala assist e che segna come se fosse un attaccante vero o tante varie cose assieme. «Ma noi pensiamo allo scudetto». L’unico chiodo in grado di mandare in pezzi, frantumandolo, quell’altro. (CdS)

 

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